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    Categoria: economia

«Nel 2018 via al cantiere per il sottopasso in via Canale Molinetto»

Accordo operativo tra Comune, Ap e Ferrovie: in totale 21 milioni (compreso il nuovo ponte Teodorico) per togliere treni merci dal centro

La nuova data per la messa in cantiere del sottopasso in via Canale Molinetto, al posto dell’attuale passaggio a livello, è il 2018. Lo hanno annunciato questa mattina, martedì 28 marzo, le amministrazioni pubbliche coinvolte nell’accordo operativo del “protocollo attuativo per la realizzazione di interventi migliorativi dell’accessibilità ferroviaria del porto di Ravenna”. I tempi previsti da Regione, Comune, Autorità portuale e Rfi (Rete ferroviaria italiana) prevedono la progettazione entro il 2017 e, appunto, l’assegnazione dei lavori e la cantierizzazione nel 2018. Costerà 15 milioni di euro.

Nemmeno due anni fa, l’amministrazione presentava un primo accordo in cui si parlava del 2016 come data della presentazione del progetto (vedi articoli correlati). «Era un accordo quadro – ricorda a margine della conferenza stampa l’assessore comunale ai Lavori Pubblici Roberto Fagnani – ma poi c’è sempre il problema di trovare le risorse…». Ora i soldi sarebbero disponibili: cinque milioni verranno da Autorità portuale, i restanti dieci necessari da Rfi e il sindaco Michele de Pascale parla di un’opera che «è fondamentale per il futuro di Ravenna, cercheremo di ridurre al minimo i disagi per la viabilità».

Ma perché l’ente portuale paga per un’opera nei pressi del centro storico? La risposta sta nella visione della nuova logistica ferroviaria che si vuole disegnare a riguardo soprattutto del traffico merci, con l’obiettivo di rendere più funzionale la tratta ferroviaria.

Oggi il 13 percento delle merci a Ravenna si sposta sui binari e la linea di Daniele Rossi, presidente in via Antico Squero, è chiara: «Il retroporto è quasi più importante dell’avamporto». Tradotto: scavare i fondali va bene ma poi le merci devono uscire dalle banchine. Se ne è convinto anche De Pascale: «I fondali sono importantissimi ma per quanto possiamo investire, ci saranno sempre porti più competitivi di Ravenna in questo senso. La nostra “skill” rispetto agli altri può essere un’altra: con un paio di investimenti Ravenna è una città ben posizionata per far viaggiare su treno le merci verso il resto d’Europa». Fondali a 12,5 metri più retroporto funzionante è quindi la ricetta per rendere il Candiano lo scalo più appetibile dell’Adriatico.

Per questo, oltre al sottopasso in viale Canale Molinetto, nel protocollo attuativo ci sono un altro paio di progetti importanti: il primo vale un milione di euro ed è il prolungamento della dorsale ferroviaria di raccordo in destra Candiano. Il secondo è l’adeguamento del cavalcavia Teodorico, già presentato nel 2015: si tratta in sostanza di una risagomatura del ponte che consenta ai grandi container di passarvi sotto. Anche per questi due progetti l’orizzonte temporale per la consegna dei lavori è il 2018. In totale, sommando anche via Canale Molinetto, l’accordo vale 21 milioni di euro.

Al di fuori dell’accordo il sindaco torna a parlare anche del by-pass tra destra e sinistra canale. La novità principale riguarda la volontà di fare un ponte non solo dedicato al trasporto su gomma ma anche alla ferrovia. «Non so perché non fosse stata inserita nel vecchio progetto – dice il sindaco – ma oggi non considerare i treni è una follia». All’orizzonte si riaffaccia il vecchio dibattito “ponte o tunnel” con la questione dei finanziamenti come convitato di pietra. Difficile del resto parlare di by-pass senza ricordare che il vecchio progetto prevedeva un investimento di 160 milioni.

Pare più concreta invece l’ipotesi di una riattivazione – su cui si sta già lavorando – di un vecchio fascio di binari destinato alle merci pericolose in sinistra canale che consentirebbe ai vagoni di evitare il passaggio dallo scalo ferroviario in zona stazione, liberando spazio nei pressi della Rocca Brancaleone. «Ci sono alcuni ammodernamenti da fare – spiega Rossi – ma abbiamo un vantaggio: l’infrastruttura c’è già. Si toglierebbero dalla stazione circa 2.600 treni». Il diktat è marciare spediti verso la tecnologia del futuro: il caro, vecchio, trasporto ferroviario.