Sì al prelievo straordinario di acqua dai fiumi dell’appennino per irrigare i campi

Provvedimento della Regione valido fino al 30 settembre. Coldiretti soddisfatta: «Si salvano le produzioni dai frutteti ai vigneti»

Via libera a prelievi d’acqua controllati in alcuni tratti di corsi d’acqua dell’Appennino romagnolo. Obiettivo, il contrasto della crisi idrica estiva che sta mettendo in difficoltà l’agricoltura di diverse aree di quelle zone. Lo ha deciso oggi, 21 agosto, la Giunta regionale, per consentire, in via straordinaria, di effettuare prelievi di acqua per affrontare i problemi generati dalla siccità per diverse colture. E Coldiretti Emilia-Romagna è soddisfatta: «La possibilità di tornare ad attingere acqua dai fiumi della Romagna salva le produzioni agricole di questa area, dai frutteti ai vigneti, fino ai foraggi per l’alimentazione del bestiame».

Pur non trovandoci di fronte ad una situazione di siccità come quella del 2017 – spiega Coldiretti Emilia Romagna – l’andamento di questa estate ha messo in evidenza ancora una volta che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell’intero settore agroalimentare. Di fronte alla tropicalizzazione del clima – sostiene Coldiretti regionale – se vogliamo continuare a mantenere l’agricoltura di qualità, dobbiamo organizzarci per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi con adeguati interventi strutturali di risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, come bacini aziendali, utilizzo di ex cave e casse di espansione dei fiumi.

«Con questo atto, in vigore già da oggi – commenta il Presidente Coldiretti Ravenna Nicola Dalmonte – la Regione si è dimostrata responsabile e sensibile alle istanze dei tanti produttori agricoli del Ravennate che chiedevano a gran voce di poter irrigare in un momento cruciale per il buon esito del ciclo produttivo di frutteti, kiwi e vigneti, istanze queste che Coldiretti, in totale solitudine, ha sostenuto con fermezza e tenacia a tutela dei propri associati».​

«Si tratta di un provvedimento straordinario – spiegano Paola Gazzolo, assessore regionale all’Ambiente e Simona Caselli, assessore regionale all’Agricoltura – che abbiamo ritenuto necessario assumere dopo che l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici del distretto idrografico del fiume Po, che si è riunito nei giorni scorsi, ha certificato l’esistenza di criticità in alcuni territori non serviti da una irrigazione strutturata».

Il provvedimento della Giunta, che comunque potrà essere ritirato se le condizioni climatiche e idrologiche cambieranno rispetto alla situazione con cui oggi si deve fare i conti, resterà in vigore fino al 30 settembre 2018. Le richieste da inviare alle Strutture autorizzazioni e concessioni (Sac) di Arpae competenti per territorio, dovranno precisare e documentare le necessità idriche, la stima del fabbisogno per il completamento del ciclo produttivo, i dati relativi ai quantitativi d’acqua prelevati e da prelevare e le misure di mitigazione individuate per non compromettere l’ecosistema fluviale.

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