Marcegaglia, nel piano investimenti intelligenza artificiale e linee che si parlano

Il gruppo dell’acciaio arrivò a Ravenna nel 1985 e ora per via Baiona è pronto a stanziare 250 milioni di euro in cinque anni per aumentare la produzione e la qualità, migliorare la sicurezza dei lavoratori e ridurre la bolletta della luce da 50 milioni di euro annui con una centrale a gas. Previste cento assunzioni

Marcegaglia Ravenna Centro ServiziIl piano degli investimenti di Marcegaglia, gruppo italiano tra i leader mondiali nella lavorazione dell’acciaio con 5,3 miliardi di euro di fatturato annuo, prevede 250 milioni destinati allo stabilimento di Ravenna nei prossimi cinque anni, il 40 percento del totale degli stanziamenti del colosso nato sessant’anni fa producendo ferri per tapparelle e oggi, tra le altre cose, contribuisce al conio delle monete Euro con i suoi acciai. Le cifre e i dettagli tecnici sono stati illustrati dai fratelli Emma e Antonio Marcegaglia, figli del fondatore Steno e amministratori delegati, nella sala del consiglio comunale stamani, 21 giugno, in compagnia del sindaco Michele de Pascale e davanti ai rappresentanti del tessuto economico locale.

I primi 150 milioni riguardano progetti già avviati che si completeranno nell’arco di un biennio: un nuovo impianto di laminazione, 16mila mq di nuovi capannoni, digitalizzazione delle linee, intelligenza artificiale al servizio della sicurezza sul lavoro e una centrale di produzione di energia elettrica. La previsione è di un centinaio di nuove assunzioni (870 oggi i dipendenti diretti e altri mille esterni, in totale il gruppo ne conta 4.300 di cui il 20 percento all’estero), concentrate soprattutto nella fase iniziale del piano denominato Ravenna 2020.

Impianto di laminazione: il quarto a Ravenna, progettato con un’azienda tedesca, ha una capacità produttiva annua di 550mila tonnellate, definito come «il più moderno al mondo» dal direttore dello stabilimento Aldo Fiorini, sarà capace di ridurre lo spessore dell’acciaio fino a 0,23 millimetri.
Capannoni: saranno usati per magazzinaggio dei prodotti finiti e imballaggio per spedizioni navali per un totale di 16mila mq (quasi due campi da calcio) che amplieranno la superficie coperta ora di 225mila mq (540mila mq l’area complessiva in via Baiona).
Linee interconnesse (progetto Master Model): la produzione diventa intelligente e ogni linea conoscerà in anticipo le caratteristiche del prodotto in uscita dalla linea precedente per adattarsi in automatico e ottenere migliore qualità a maggiore velocità, sarà come se le diverse linee del ciclo produttivo potessero parlare fra loro.
Lavoro in rete (progetto Supply Chain): un software collegherà gli stabilimenti per gestire le richieste del cliente e individuare la materia prima ideale nel tempo richiesto.
Sicurezza sul lavoro (progetto Icoy): con la consulenza di Itway, società ravennate attiva nell’informatica di alto livello e cyber sicurezza, verrà realizzato un sistema di intelligenza artificiale capace di riconoscere se un lavoratore sta entrando in una zona di pericola e avvisarlo per evitare incidenti.
Impianto di cogenerazione: in collaborazione con Engie, avrà tre motori alimentati a gas naturale per una potenza elettrica di 30 MW e termica di 24 MW, da cui verranno rispettivamente il 67 percento e la totalità del fabbisogno dello stabilimento per abbattere così i costi delle utenze che oggi ammontano a circa 50 milioni di euro all’anno.

Marcegaglia è presente a Ravenna dal 1985, momento dell’acquisizione della Maraldi che contava 300 dipendenti ed era in regime di amministrazione straordinaria secondo la legge Prodi. «Non saremmo chi siamo ora senza questo stabilimento – ha detto Antonio Marcegaglia –. E pensare che l’avevano sconsigliato a mio padre perché gli dicevano che Ravenna era troppo sindacalizzata. In quasi 35 anni il totale investito dal gruppo a Ravenna è quantificabile in un miliardo di euro». Il presidente del gruppo considera Ravenna lo stabilimento principale dell’azienda (all’anno due miliardi di euro di valore di produzione con 2,9 milioni di tonnellate di acciaio), reso tale per tre caratteristiche: «La posizione sul mare che facilità la logistica via nave in entrata e in uscita, l’attenzione genuina della comunità locale verso le iniziatie industriali serie, la dedizione di manager e operai».

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