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Emergenza cimice asiatica, dalla Regione 250mila euro per mutui a tassi agevolati

Sotto attacco i frutteti del nord Italia e dell’Austria. Verrà messa in campo la delimitazione delle aree colpite per sgravi fiscali e contributivi

Emergenza cimice asiatica per i frutteti in Emilia-Romagna e la Regione risponde mettendo a disposizione 250mila euro per l’attivazione di mutui a tassi agevolati e la delimitazione delle aree colpite necessaria per usufruire di sgravi fiscali e contributivi. Sono sotto attacco in particolare le produzioni di punta come pero, melo e pesco, a cui si affiancano ciliegio, albicocco, kiwi e susino, per danni che, in alcuni casi, arrivano alla totalità della .

L’emergenza, in Europa, riguarda le regioni del nord d’Italia e l’Austria e che, al momento, non esistono soluzioni chimiche e immediate, come noto Oltreoceano dove l’insetto ha colpito prima. Anzi, proprio il Canada ha stretto di recente un accordo con l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che rappresenta la punta più avanzata della ricerca nel settore.

L’assessora regionale all’agricoltura, Simona Caselli, ha convocato un apposito tavolo tecnico con le associazioni agricole e le organizzazioni dei produttori ortofrutticoli: «Mettiamo subito a disposizione 250mila euro per un nuovo bando per consentire alle imprese di accedere a mutui e prestiti ed evitare crisi di liquidità, sul 2020 chiederemo un rafforzamento di ulteriori 250mila euro che si aggiungono al milione di euro già previsto. E poi interveniamo con la delimitazione territoriale dei comuni colpiti per attivare le procedure previste per autorizzare gli sgravi contributivi e avviamo un confronto con il sistema bancario per una dilazione sui pagamenti delle rate dei mutui in scadenza. Sul fronte pratico ci impegnamo a fare pressione a Roma per ridurre al massimo i tempi per l’autorizzazione al lancio straordinario di parassitoidi».

I danni provocati non riguardano solo la perdita di reddito delle singole aziende, ma mettono a rischio anche la competitività del sistema produttivo, che non riesce a garantire al mercato le quantità e la qualità necessarie, con conseguenze che per le singole filiere si possono stimare in un centinaio di milioni di euro e con forti rischi sociali perché l’indotto occupa decine di migliaia di persone.