Firmato il contratto per i lavori al porto, previsione di nuovi fondali nel 2025

Può partire la progettazione esecutiva dell’intervento da 235 milioni di euro

Alberto Mino Umberto Esposito Daniele RossiÈ stato firmato oggi, 5 novembre, il contratto di affidamento della progettazione esecutiva e della realizzazione dei lavori per l’approfondimento dei fondali del porto di Ravenna fino a 12,5 metri dagli attuali 10,5. L’appalto dell’Autorità portuale del valore di 235 milioni di euro è andato, come noto, al raggruppamento temporaneo d’imprese con mandataria il Consorzio Stabile Grandi Lavori (del quale è socio maggioritario e di riferimento la Rcm Costruzioni del gruppo Rainone) e mandante la belga Dredging International. Secondo Daniele Rossi, presidente di Ap, la conclusione delle opere (che comprendono anche il rifacimento di alcuni km di banchine) potrebbe arrivare nel 2025.

Con la firma di oggi può partire la progettazione esecutiva che richiederà 4-5 mesi di tempo, poi inizieranno le attività operative con lo svuotamento delle casse di colmata oggi piene: il materiale verra utilizzato per il rialzamento di terreni da destinare alla logistica. Un accordo con Sapir ha permesso di aggiungere altre casse di colmata a disposizione del progetto per ridurre i tempi. Dall’inizio delle operazioni, secondo Rossi, serviranno quattro anni.

Accanto al contratto, in prefettura è stato firmato anche il protocollo della legalità, sottoscritto al fine di garantire l’attuazione di idonee misure volte alla prevenzione e repressione della criminalità e dei tentativi di infiltrazione mafiosa per tutta la durata dell’appalto. «Un lavoro di queste dimensioni può suscitare l’interesse di gruppi criminali per infiltrazioni – ha detto il prefetto Enrico Caterino –. Questo protocollo ci consente un monitoraggio delle opere e ci mette in tranquillità. Ci sarà molto lavoro da fare per chi sarà incaricato delle verifiche ma sono fiducioso».

I lavori –  finanziati da  Cipe, Banca Europea degli Investimenti, Unione Europea (Innovation and Networks  Executive  Agency) e dalla stessa Autorità di sistema portuale – consistono nell’escavo di 5 milioni di metri cubi di sedimenti, nel rifacimento del primo lotto di banchine esistenti (per oltre 6,5 km) per adeguarle ai nuovi fondali e nella realizzazione di una nuova banchina della lunghezza di oltre un km in Penisola Trattaroli a  servizio di una nuova area portuale da destinarsi principalmente a terminal container. Qui maggiori dettagli.

L’Autorità portuale fa sapere che si sta procedendo verso la realizzazione della seconda fase che prevede l’adeguamento delle banchine, l’approfondimento dei fondali a 14,5 metri e la realizzazione di un impianto di trattamento dei materiali risultanti dall’escavo. «Il progetto definitivo è stato redatto e nel corso del 2021, dopo aver ottenuto le relative autorizzazioni ambientali, sarà posto a bando di gara».

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