Bando rivolto a micro, piccole e medie aziende. Domande online fino al 31 gennaio. Tra luglio e settembre di quest’anno in provincia sono nate 349 società, un terzo guidate da giovani sotto i 35 anni
Beneficiarie dei contributi, dunque, le micro, piccole e medie imprese attive, iscritte al registro imprese a partire dall’1 gennaio 2021, che abbiano sede legale e/o unità locali nella provincia di Ravenna, in possesso di Durc regolare ed in regola con normative sulla salute e sicurezza sul lavoro e con il pagamento del diritto annuale. Le domande di contributo dovranno essere trasmesse esclusivamente in modalità telematica, attraverso la scheda “Servizi e-gov” della piattaforma Webtelemaco di Infocamere e quelle considerate ammissibili accederanno al contributo in ordine all’ammontare maggiore complessivo delle spese ammissibili regolarmente documentate fino all’esaurimento delle risorse disponibili.
Premiare le idee imprenditoriali e garantire il sostegno tecnico, formativo e finanziario per mettersi in affari: questa l’idea-guida del bando promosso dalla Camera di commercio in collaborazione con le associazioni imprenditoriali del territorio. L’iniziativa, rivolta a tutti i settori dell’economia ravennate, fa parte di un più ampio progetto di sostegno all’imprenditorialità che prevede un “pacchetto” di azioni nel campo della formazione, del credito, della innovazione e della internazionalizzazione. Non mancherà, inoltre, un lavoro di analisi e di sperimentazione per attività di spin-off, così come l’ulteriore valorizzazione dei punti di assistenza distribuiti sul territorio presso le associazioni di categoria per ottenere informazioni e test di auto-valutazione, accessibili comunque anche via internet.
«Tra luglio e settembre di quest’anno – ha sottolineato Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna – sono nate nella nostra provincia 349 imprese, di cui il 30 percento guidate da giovani sotto i 35 anni. È su questi atti di intraprendenza che dobbiamo puntare, è dalle imprese che occorre ripartire. Ma è necessario che questa naturale vocazione all’imprenditorialità venga ora accompagnata da un quadro di politiche economiche che faccia perno sul patrimonio manifatturiero, turistico, enogastronomico, culturale, ambientale di cui disponiamo. E’ questo, infatti, il “vero” tesoro italiano da valorizzare per imboccare la strada della ripresa».