Le vendite all’estero valgono 3,8 miliardi di euro, l’1 percento del totale nazionale. La media ravennate è migliore della regione e del Paese
L’Europa si conferma il mercato fondamentale per l’export ravennate, sfiorando la quota del 77% (76,7%) e le vendite sui mercati europei hanno messo a segno un incremento che arriva quasi a +25%, rispetto all’analogo periodo del 2020. Per il mercato più vasto, cioè la Germania (con quota pari a 15,6%), la crescita è arrivata al +49% (grazie ai prodotti della metallurgia ed apparecchiature elettriche). Non sfuggono invece al segno negativo solo i traffici ravennati verso gli altri Paesi asiatici: verso il Medio Oriente con un -42,7% (i cui passati picchi positivi erano dovuti a particolari commesse verso il Qatar), a cui si accompagna l’Oceania (-35,9%). Nel consolidamento della nuova realtà post-Brexit, cedono anche le vendite verso i Paesi europei non Ue (-17,3%), al cui interno continua la discesa delle vendite verso il Regno Unito (-53,5%), che avevano mantenuto il passo positivo fino all’ultimo trimestre del 2020.
Per quanto riguarda i prodotti esportati, nel periodo gennaio-settembre 2021, il segno positivo ha prevalso in tutti i settori di maggior specializzazione della provincia di Ravenna: i primi cinque hanno messo a segno ottimi incrementi a due cifre. In pool position per crescita, l’export degli apparecchi elettrici (+42,7%; percentuale su export complessivo pari a 9,2%), a cui si accoda quello dei prodotti alimentari (+42,4%; quota 13,5%); seguono i beni esportati della chimica (+30,3%) che nella classifica dei principali settori di esportazione, nel periodo in esame, con il 18,5% occupano il primo posto.