Vino da tavola, in provincia quattro comuni possono produrre 400 quintali per ettaro

La Regione ha presentato una richiesta al ministero per un elenco complessivo di 82 territori

VendemmiaQuattro comuni in provincia di Ravenna (Alfonsine, Fusignano, Russi, Sant’Agata) figurano nell’elenco di circa ottanta in Italia per cui un decreto del ministero delle Politiche agricole ha già autorizzato una produzione di vino, già dalla prossima vendemmia, fino a 400 quintali per ettaro di uva per vini generici (varietali e da tavola), anziché 300 quintali per ettaro, come previsto dalla legge nazionale modificata a fine luglio 2020.

Lo stesso atto del ministero consente a Regioni e Province Autonome di chiedere l’inserimento di altri comuni nelle aree con vigneti in deroga, a condizione che almeno il 25 percento dei viticoltori che hanno coltivato uva per vini generici in quei territori dal 2015 al 2019, abbia avuto una resa maggiore ai 300 quintali per ettaro.

In regione, i comuni che possono andare in deroga sono 77. La giunta regionale ha quindi deciso di chiedere al ministero di ampliare anche a questi ulteriori 77 le aree vitate in cui sarà possibile produrre in deroga portando a 82 i Comuni interessati nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì Cesena e Rimini. Nelle prossime settimane il ministero, valutate le richieste delle Regioni, adotterà un ulteriore decreto con l’elenco definitivo dei Comuni.

In regione la produzione di vini generici rappresenta circa la metà del vino complessivamente prodotto in ogni vendemmia. A livello nazionale, si tratta di una fetta importante della filiera vitivinicola che vede l’Emilia-Romagna (con i suoi 3,9 milioni di ettolitri) al secondo posto dopo la Puglia (con 5,5 milioni di ettolitri) produrre insieme i due terzi di tutto il vino generico italiano.

«Un risultato positivo – commenta l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi – a cui abbiamo lavorato assieme all’intera filiera di produttori e cantine. Il provvedimento di deroga a 400 quintali per ettaro permette a questa filiera vitivinicola di mantenere la sua vocazione nazionale e di non aprire il mercato ai vini generici provenienti dall’estero. Nelle prossime settimane ci prendiamo l’impegno politico di chiedere un ulteriore miglioramento della legge nazionale».

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