La Motorizzazione civile di Ravenna trasloca a Cesena? Si muove anche il prefetto

Dai sindacati alle autoscuole, monta la protesta per il possibile trasferimento. E il sindaco minacci di ricorrere al Tar

Motorizzazione CivileInterviene anche il prefetto Castrese De Rosa nel caso dell’annunciata chiusura della sede di Ravenna della Motorizzazione civile, sollevato in questi giorni dai quotidiani locali.

Una chiusura – a quanto è emerso in questa fase – dovuta a un mancato accordo con i proprietari dello stabile di via Trieste dove attualmente ha sede la Motorizzazione, che non avrebbe trovato sul mercato un’area alternativa in città. Con la conseguente decisione di trasferirsi a Cesena.

Già diverse le proteste, a partire dai sindacati, preoccupati per i 18 lavoratori che andrebbero incontro a un trasferimento coatto in una sede fuori provincia.

Contrario anche Yuri Gentilini, segretario provinciale Unasca e presidente di Au.Ra. Autoscuole Ravenna, che sottolinea come questo «servizio pubblico fondamentale deve rispondere alle esigenze dei circa 400.000 abitanti della provincia di Ravenna, oltre a tutto l’indotto che deriva dal porto commerciale (il sesto a livello nazionale per flusso di merce movimentata), e da tutte le aziende di autotrasporto che operano in questo settore strategico».

Gentilini ricorda anche come una conseguenza «cadrebbe su chi deve sostenere l’esame di teoria per la patente di guida: siccome è obbligatorio farlo esclusivamente presso le aule informatizzate della Motorizzazione, tutti gli utenti della provincia di Ravenna sarebbero costretti a convergere sulla sede di Cesena. Per ultimi, anche noi operatori professionali – agenzie, autoscuole – dovremmo spostarci a Cesena per l’espletamento di qualsiasi pratica». Non cambierebbero invece le modalità per gli esami di pratica: le sedute di guida sono svolte in conto privato presso le sedi delle autoscuole.

Anche il sindaco Michele de Pascale ha espresso preoccupazioni per il servizio a rischio per i cittadini e ha minaccia di voler ricorrere al Tar contro l’atto di trasferimento.

Ora si muove appunto anche il prefetto, aprendo alla possibilità di aprire un tavolo di confronto in prefettura per cercare di trovare una soluzione condivisa.

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