Il presidente nazionale di Fiba, il ravennate Rustignoli: «Novità preoccupante. Serve un intervento organico»
Sul piede di guerra i balneari, con il ravennate Maurizio Rustignoli, presidente nazionale di Fiba Confesercenti, che chiede la sospensione dell’aumento e invita la premier Meloni a «mantenere le promesse della campagna elettorale».
L’aumento dei canoni «è una novità preoccupante per la nostra categoria, in un momento di incertezza legato anche all’applicazione della direttiva Bolkestein e ai danni provocati a molti stabilimenti dalle mareggiate dei mesi scorsi – ha dichiarato all’Ansa Rustignoli -. Il canone minimo (che passerà da 2.698,75 a 3.377,50 euro, ndr) si applica anche per chi deve chiedere un allargamento temporaneo, ad esempio per un campo di beach volley: così si rischia di impoverire l’offerta turistica in spiaggia».
«Come categoria – aggiunge il presidente di Fiba Confesercenti, citiamo sempre l’agenzia dell’Ansa -, non siamo contrari a rivedere gli importi dei canoni, che in media sono di 8-10mila euro all’anno e sono bassi, lo riconosciamo. Ma va fatto con un intervento organico e un metodo che preveda la giusta valutazione delle spiagge, classificandole in base alla redditività e dando un valore corretto al metro quadro: così lo Stato valorizzerebbe il proprio bene».
Rustignoli ricorda poi che «entro febbraio andrebbero approvati i decreti attuativi della legge sulla concorrenza varata dal governo Draghi, per poi far partire i bandi, anche se secondo noi non ci sono le condizioni tecniche per fare le gare nel 2024. Bisogna capire le intenzioni dell’attuale governo – continua -. In campagna elettorale la presidente Meloni ha detto che avrebbero lavorato per una diversa applicazione della Bolkestein. È ancora in tempo per rispettare le promesse ma temo che, ad esempio, non sia ancora partita la mappatura delle coste. È fondamentale per dimostrare che non è scarsa la risorsa di arenili già mappati per insediamenti turistico-ricreativi e non ancora assegnati: se la risorsa non è scarsa, allora l’applicazione della direttiva può essere rinviata. Meloni aveva promesso che avrebbe lavorato su questo».