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Concessioni marittime, canoni più alti del 25 percento. La rabbia dei bagnini

Il presidente nazionale di Fiba, il ravennate Rustignoli: «Novità preoccupante. Serve un intervento organico»

I canoni delle concessioni demaniali marittime nel 2023 saranno più alti del 25,15 percento. Lo ha deciso il Ministero delle infrastrutture, che il 30 dicembre ha comunicato la consueta variazione dei canoni balneari in base agli indici Istat. Si tratta dell’aumento più elevato mai avvenuto.

Sul piede di guerra i balneari, con il ravennate Maurizio Rustignoli, presidente nazionale di Fiba Confesercenti, che chiede la sospensione dell’aumento e invita la premier Meloni a «mantenere le promesse della campagna elettorale».

L’aumento dei canoni «è una novità preoccupante per la nostra categoria, in un momento di incertezza legato anche all’applicazione della direttiva Bolkestein e ai danni provocati a molti stabilimenti dalle mareggiate dei mesi scorsi – ha dichiarato all’Ansa Rustignoli -. Il canone minimo (che passerà da 2.698,75 a 3.377,50 euro, ndr) si applica anche per chi deve chiedere un allargamento temporaneo, ad esempio per un campo di beach volley: così si rischia di impoverire l’offerta turistica in spiaggia».

«Come categoria – aggiunge il presidente di Fiba Confesercenti, citiamo sempre l’agenzia dell’Ansa -, non siamo contrari a rivedere gli importi dei canoni, che in media sono di 8-10mila euro all’anno e sono bassi, lo riconosciamo. Ma va fatto con un intervento organico e un metodo che preveda la giusta valutazione delle spiagge, classificandole in base alla redditività e dando un valore corretto al metro quadro: così lo Stato valorizzerebbe il proprio bene».

Rustignoli ricorda poi che «entro febbraio andrebbero approvati i decreti attuativi della legge sulla concorrenza varata dal governo Draghi, per poi far partire i bandi, anche se secondo noi non ci sono le condizioni tecniche per fare le gare nel 2024. Bisogna capire le intenzioni dell’attuale governo – continua -. In campagna elettorale la presidente Meloni ha detto che avrebbero lavorato per una diversa applicazione della Bolkestein. È ancora in tempo per rispettare le promesse ma temo che, ad esempio, non sia ancora partita la mappatura delle coste. È fondamentale per dimostrare che non è scarsa la risorsa di arenili già mappati per insediamenti turistico-ricreativi e non ancora assegnati: se la risorsa non è scarsa, allora l’applicazione della direttiva può essere rinviata. Meloni aveva promesso che avrebbe lavorato su questo».