Tavolo delle imprese: «Non ci sono indennizzi e non si sa come fare le perizie»

Le associazioni di categoria provinciali chiamano il governo Meloni a intervenire per dare risposte al tessuto economico. E anche i sindacati si fanno sentire: «Sta montando la rabbia sociale»

Pilastro (foto Marco Parollo)«Le imprese alluvionate in Romagna non solo non hanno ancora visto un euro del “100 percento di risarcimenti” annunciato dal Governo e ora dalla Legge 100/2023, ma non ci sono neppure le indicazioni per fare le richieste, né direttive per le perizie asseverate». Le associazioni di categoria aderenti al tavolo dell’imprenditoria della provincia di Ravenna parlano di «ritardo davvero intollerabile» e chiedono un incontro urgente al generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per la ricostruzione, per conoscere le priorità e le modalità dell’azione commissariale a tre mesi dagli eventi di maggio, e i tempi di avvio della raccolta delle domande di contributo per i danni subiti da imprese e cittadini. «C’è la necessità di risorse immediate e aiuti concreti per le imprese colpite, tempi certi, indicazioni operative per le perizie e le domande di risarcimento».

Il Commissario ha potuto fare finora solo dei sopralluoghi. Le imprese senza certezze non riescono a programmare la ripartenza, a fine agosto terminano le sospensioni di alcuni pagamenti, mentre il 20 novembre dovranno pagarsi tutte le imposte e tributi, «visto che non è stata fatta alcuna modifica in sede di conversione del decreto, come richiesto anche dal documento unitario del Tavolo dell’imprenditoria, da varie forze politiche e associazioni».

Le associazioni aderenti al Tavolo provinciale sono Agci, Cia Romagna, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative Romagna, Confesercenti, Confimi Industria Romagna, Confindustria Romagna, Copagri e Legacoop Romagna. «Constatiamo che Comuni e Province hanno esaurito le risorse per interventi di somma urgenza, spesso non riescono a pagare le imprese che hanno già svolto i lavori e non riescono ad appaltare nuove e urgenti opere di ripristino o messa in sicurezza, non avendo copertura finanziaria. Questo sta rallentando o addirittura bloccando molti lavori per la prima messa in sicurezza del territorio che sono fondamentali per la ripartenza, in vista dell’autunno e dell’inverno».

L’unico aiuto economico a fondo perduto che le imprese hanno potuto almeno richiedere è quello sul fondo della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna, per un massimo di settemila euro al quale hanno contributo anche i Comuni della Provincia. «Un’azione importante, certo, di primo soccorso ma non sufficiente e ancora una volta promossa dagli enti locali, il che fa riflettere».

In linea con le parole delle imprese, anche il testo firmato dai tre sindacati confederali: «La sensazione di abbandono vissuta dalla popolazione colpita dall’alluvione sta generando una rabbia sociale che cresce giorno dopo giorno, travolgendo anche un territorio caratterizzato da una grande coesione sociale». Cgil, Cisl, Uil assicurano che saranno in campo per ottenere le risposte necessarie, individuando insieme le iniziative più opportune.

«Lo Stato deve esserci e cambiare passo mostrando di essere vicino alle comunità locali – commentano Marinella Melandri, Roberto Baroncelli e Carlo Sama, segretari territoriali rispettivamente di Cgil, Cisl e Uil -. La conversione in legge di due decreti alluvione non ha segnato passi d’avanzamento, anzi ha confermato una gestione burocratica e un finanziamento insufficiente rispetto ai bisogni dei cittadini. A quasi novanta giorni dall’alluvione non ci sono risorse stanziate e disponibili per rimborsare i danni subiti dai cittadini alle abitazioni e ai beni mobili. Le modalità di accesso alla cassa integrazione, rigide e senza un adeguato coinvolgimento sindacale, ne hanno reso impossibile l’utilizzo con il rischio che il Governo faccia cassa anche in questa voce di spesa. Le bollette non hanno beneficiato né di rateizzazioni né della necessaria sterilizzazione dei maggiori costi di pulizia e ripristino. Non ci sono finanziamenti a tasso zero per i cittadini che non hanno la liquidità per iniziare i lavori di ripristino».

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