La linea ferroviaria Faenza-Lavezzola resta chiusa, per gli studenti ci sono i bus

Il nodo è sul fiume Santerno a Sant’Agata: il nuovo argine è più alto della quota del ponte per i treni e si teme che l’abbassamento del rivale non garantisca sicurezza ai centri abitati

Il ponte ferroviario della linea Faenza-Lavezzola sul fiume Santerno a Sant'AgataLa circolazione dei treni sulla linea ferroviaria Faenza-Lavezzola, chiusa dopo l’alluvione di maggio che fece crollare una parte dell’argine del fiume Santerno a Sant’Agata su cui corre il binario, rimarrà ancora sospesa perché l’argine è stato ricostruito più alto di un metro rispetto alla quota del ponte e si teme che abbassarlo nel punto di intersezione con i binari possa ridurre la sicurezza.

La decisione è stata presa oggi pomeriggio, 30 agosto, dopo l’incontro voluto dall’assessore regionale ai Trasporti, Andrea Corsini, con i sindaci e gli amministratori dei territori colpiti dall’esondazione del Santerno – Sant’Agata, Conselice, Massa Lombarda, Lugo, Fusignano e Faenza – e i vertici di Rfi e Trenitalia Tper.

«I tecnici – si legge testualmente in una nota diramata dalla Regione al termine dell’incontro – stanno lavorando per trovare un punto di equilibrio tra la giusta esigenza di riaprire la linea e al tempo stesso creare condizioni di sicurezza, in particolare, nel territorio di Sant’Agata sul Santerno».

Rfi è al lavoro per redigere la progettazione definitiva che dovrebbe essere consegnata entro tre mesi, mentre si approfondiranno gli studi per verificare una possibile soluzione transitoria.

Rfi aveva appena avviato i lavori di sua competenza (successivi a quelli della protezione civile che avevano ricostruito l’argine) con la previsione di rimettere in circolazione in treni per l’inizio di ottobre. Intanto, in vista dell’imminente riapertura delle scuole, saranno assicurati adeguati servizi sostitutivi con autobus. Erano quattro i collegamenti quotidiani sulla tratta.

«La priorità è garantire la massima sicurezza dei cittadini – afferma Corsini –. Non possiamo e non vogliamo correre nessun rischio. Per questo abbiamo bisogno di studi più approfonditi sulle soluzioni da adottare prima del ripristino definitivo della linea. E non solo. Bisogna anche che la linea ferroviaria rientri nei piani di ricostruzione del Commissario Figliuolo per garantire, nel più breve tempo possibile, la realizzazione dei lavori necessari».

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