Effetto Suez: a dicembre il dato più basso del 2023 per i traffici con l’Oriente

Ripercussioni lievi per il porto di Ravenna dalle modifiche delle rotte di navigazione per le tensioni geopolitiche in Mar Rosso. Nel 2023 i traffici attraverso il canale artificiale egiziano sono stati il 21,8 percento del totale

La percentuale del traffico merci del porto di Ravenna che viaggia attraverso il canale di Suez (proveniente dal Medio e Estremo Oriente) a dicembre è stata il 18 percento, il mese più basso del 2023, tenendo conto che in tutto l’anno è stata 21,8 con alcuni mesi anche superiori a 30 (nel 2022 era stata il 18,7). Al momento, secondo le rilevazioni di Autorità portuale, si limitano a questo le ripercussioni delle tensioni geopolitiche nel Mar Rosso a seguito degli attacchi delle forze ribelli sciite degli Houthi di stanza nello Yemen alle navi commerciali. Diverse compagnie di navigazione (Cosco, Msc, Maersk, Cma Cgm, Hapag Lloyd oltre all’israeliana Zim) a partire da metà dicembre 2023 hanno temporaneamente sospeso il transito nel canale artificiale in Egitto da cui passa il 12 percento delle merci mondiali e il 40 percento delle merci da e per l’Italia.

La rotta alternativa a Suez per collegare Asia e Europa è la circumnavigazione dell’Africa dal Capo di Buona Speranza e l’arrivo al Mediterraneo attraverso Gibilterra o la Manica: i tempi di navigazione si allungano del 30 percento, cioè circa dieci giorni in più. I porti potenzialmente più svantaggiati dovrebbero essere quelli del Mediterraneo Orientale e, in particolare, quelli dell’Adriatico, mentre ne trarranno vantaggio gli hub di Le Havre, Rotterdam, Amburgo e in generale i porti del Nord Europa.

L’Autorità portuale di Ravenna fornisce alcune rilevazioni di società di ricerca e analisi di settore.

Secondo gli analisti di Xeneta, la piattaforma che monitora le tariffe del trasporto marittimo, “ci vogliono mesi e non settimane o giorni prima che questa crisi raggiunga una qualsiasi soluzione”. Secondo Drewry,  società che elabora l’indicatore dell’andamento dei noli marittimi dei container, con la crisi di Suez il trasporto dei container Asia-Europa sulla rotta tra Shanghai e Genova (il porto con maggiori traffici verso l’Oriente, ma la medesima situazione è estesa a tutti i porti mediterranei) sta subendo i rincari più alti: la tratta Cina-Italia fa segnare un ulteriore +25 percento. Nell’ultimo periodo monitorato, quello della settimana dal 4 all’11 gennaio, il nolo medio per trasportare un container da 40 piedi è salito a 5.213 dollari, +25 percento rispetto alla settimana precedente, +78,1 rispetto a gennaio dello scorso anno, +287,8 rispetto a fine ottobre, prima che iniziassero gli attacchi Houthi. Il trasporto via mare di un container da Shanghai a Genova costa quindi di più che portarlo a Rotterdam, New York o Los Angeles.

Il Kiel Institute for the World Economy segnala che il numero dei transiti è crollato del 60 percento, da 500mila container al giorno a 200mila. Da quando sono cominciati gli attacchi degli Houti, dice ancora l’istituto di Kiel, il traffico marittimo mondiale è diminuito dell’1,3 percento: può dipendere dagli attacchi dei terroristi, ma anche da altre cause (ad esempio, potrebbe essere sintomo di un’incipiente recessione internazionale). Ritardi e cambi di rotta potranno interessare anche il porto di Ravenna che importa dal Medio ed Estremo Oriente soprattutto prodotti metallurgici e che, pur non avendo servizi container diretti con l’estremo Oriente, ha comunque collegamenti feeder con porti maggiori situati nel Mediterraneo e a loro volta collegati con porti del Medio ed Estremo Oriente.

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CONSAR BILLB 02 – 12 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24