La minoranza di Sel che non rompe con il Pd: «Ok Liverani, è della Cgil…»

L’ex coordinatore Mengozzi: «Faremo battaglia all’interno del partito»
E anche l’assessore Morigi attacca il progetto unitario di sinistra

Una scelta percepita come certo non renziana, quella di Liverani, ex sindacalista Cgil (cosa c’è del resto di meno renziano della Cgil?) e che quindi avvicina il Pd alle posizioni di Sel. La minoranza locale dei vendoliani che non ha approvato la scelta di rompere con la maggioranza Pd a priori per dar vita al nuovo soggetto unitario Ravenna in Comune (vedi articoli correlati), gongola all’ipotesi di un Enrico Liverani candidato sindaco del Pd, percepito come garanzia di laicità e di distanza, appunto, dal premier Renzi.

«Noi non vogliamo parlare con il Pd di Renzi, ma con il Pd locale – spiega Andrea Mengozzi, ex coordinatore provinciale del partito – e ci sembra che se davvero Liverani dovesse essere il candidato, Sel non possa non incontrarlo. Anche perché ci è stato detto che Sel avrebbe rotto in tutte le amministrazioni locali, ma non è così. Nelle vicine Bologna e Rimini si sta lavorando in questo senso». Eventuali liste civiche di appoggio al candidato? «Io intendo portare avanti la mia battaglia all’interno del mio partito che è Sel, alla luce di quanto accadrà nei prossimi mesi». Intanto però un no secco è invece arrivato dalle altre file di Sel, quelle che hanno aderito al progetto Ravenna in Comune, e a cui si è rivolto De Pascale alle festa del Pd: «Ci vediamo costretti a declinare la gentile offerta – dicono i promotori della lista che include anche l’ex Pd Maestri e i comunisti – di partecipare al tavolo delle discussioni per replicare il modello spartitorio che il Pd continua a propinare». Difficile immaginare una ricomposizione delle due anime di Sel, che nel frattempo peraltro è destinata a trasformarsi in un soggetto nuovo a livello nazionale.

E la minoranza di Sel che ancora resta legata al Pd (tra cui oltre allo stesso Mengozzi anche l’assessore Valentina Morigi – entrambi nella foto qui a fianco con Vendola –, la consigliera comunale Ilaria Morigi e l’ex assessore regionale Guido Pasi), ha risposto con una nota a Ravenna in Comune, ribadendo la propria posizione. «Riteniamo – si legge nella nota, che riportiamo testualmente – che se la candidatura di Liverani venisse confermata sarebbe necessario almeno lasciargli il tempo di spiegare quali siano le sue intenzioni e i suoi programmi. Intanto però possiamo registrare a suo favore la provenienza dal sindacato – la Cgil – e la laicità. Riteniamo che sia miope un progetto che rifiuta ogni confronto in modo preventivo, arroccandosi ancor prima che si sia mosso un passo nella definizione del suo programma. Ci sembra inoltre sbagliato rifiutare a priori un candidato senza essere in grado di assicurare che se ne potrà far eleggere uno migliore. Non ci sembra nemmeno condivisibile addossare preventivamente al futuro candidato i giudizi negativi sul precedente sindaco, giusti o sbagliati che siano. Speriamo e crediamo, per aver conosciuto in questi anni donne uomini della sinistra ravennate, che sapranno aspettare, interrogare e poi giudicare il futuro candidato espresso dal Pd. Lo diciamo anche per esprimere l’insoddisfazione completa che proviamo leggendo l’appello degli “spartiti” che fino ad ora rappresenta l’unica base dell’aggregazione Ravenna in Comune. Noi pensiamo che non sia praticabile un’alleanza col Pd nazionale, a causa del fatto che Renzi la esclude politicamente e la blocca con una legge elettorale anti-coalizione, ma diversa è la situazione a livello locale. Pensiamo che l’aggregazione in corso non abbia profilo strategico, base condivisa e radicamento sociale sufficienti a costituire un’alternativa reale di governo di sinistra. Pertanto non rinunciamo alla prospettiva di ricostruire un possibile centro-sinistra e praticare questa linea quando, come potrebbe accadere a Ravenna, il candidato abbia un profilo attento ai problemi sociali e ai diritti di tutti e su questi temi sia impegnato in prima persona».

Il commento del segretario del Pd Michele De Pascale a questa apertura da parte di una parte di Sel non può che essere positivo, con una precisazione rispetto al tema della vicinanza o meno al premier: “A me non appassiona il dibattito sul tasso di renzismo. Comunque la si pensi di Renzi c’è n’è uno solo. A Ravenna, sui temi locali, da tempo abbiamo superato le divisioni che caratterizzano il Pd nazionale e il centrosinistra, e che tutti auspichiamo si risolvano, mettendo al centro il futuro della città e della Romagna. Quello che respiro nel Pd in questo momento, invece, è una fortissima volontà di rinnovamento nei programmi, ma anche nei volti, mettendo in campo nuove generazioni ed energie, così come, fra l’altro, è già successo a livello nazionale e nei principali comuni della nostra provincia. Le alleanza locali non si sono mai fatte e non si faranno sulla politica nazionale, ma sulle scelte concrete sul futuro della città e in questo senso apprezziamo le tante aperture al confronto ricevute in questi giorni.”

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