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    Categoria: politica

Liverani (Pd) apre la campagna elettorale: tra le priorità welfare e forese

Stoccate agli avversari: «Pretenderò che la Lega faccia la Lega»
Attenzione all’ambiente: «Il territorio non sarà più abusato»

Enrico Liverani, candidato sindaco del Pd per le amministrative 2016, ha scelto la giornata conclusiva del percorso di partecipazione “Immagina Ravenna” (vedi articoli correlati) per dare ufficialmente il via alla campagna elettorale. Nel tendone allestito in piazza Garibaldi dove in giornata circa duecento persone hanno partecipato a una decina di tavoli tematici per delineare come rendere Ravenna più «felice, solidale, dinamica», ha preso la parola al termine dei lavori. E mentre i partecipanti attendono di ricevere un istant report sulle idee emerse che saranno naturalmente patrimonio innanzitutto del candidato sindaco (che ha ringraziato per questo), Liverani ha tracciato i temi fondamentali della sua campagna elettorale per arrivare a governare Ravenna nei prossimi dieci anni.

Numerosi i temi toccati, poche le proposte concrete che, ha assicurato, arriveranno nel programma. Oggi era il momento dei grandi principi. Ed è partito da quelli che riguardano la solidarietà e il welfare, settore in cui ha detto il Comune deve riprendersi la programmazione mentre l’Asp deve tornare a essere solo gestore, di una città che «non deve lasciare solo nessuno», che deve accogliere anche i migranti che vi transitano a cui si deve assicurare un «rifugio» (il pensiero corre a quelli che invece hanno dormito per strada per settimane in assenza di un riparo). E sul tema migranti si è dilungato senza tentennamenti e mezze parole parlando di inclusione e accoglienza. Lanciando anzi un ammonimento agli avversari del centrodestra i cui rappresentanti a livello nazionale predicano politiche opposte: «Pretenderò che la Lega faccia la Lega, pretenderò che dica cose di destra, non accetterò che qui facciano tutti i moderati in un magma indistinto», con un evidente riferimento alle manovre di alleanza in corso in particolare tra Lega nord e Lista per Ravenna di Alvaro Ancisi, che peraltro proprio sul tema immigrazione potrebbero avere le maggiori difficoltà nel trovare una sintesi programmatica.

In tema di welfare Liverani ha poi  ha parlato di lotta alla povertà e scandito chiaramente che «a Ravenna la casa è un diritto» e che si devono trovare soluzioni per aiutare chi è in difficoltà e un utilizzo per quelle 6/7mila case vuote del territorio. Anche perché, altro punto ben scandito: il territorio non sarà più «abusato» e non si costruirà più, si dovrà puntare sul recupero e l’ecosostenibilità.

Liverani ha anche puntato su quello che è senza dubbio un punto di forza su cui il Pd può contare: il forese. Ha parlato di più servizi, più mobilità, di una città policentrica e dell’attenzione che intende dare al tema dell’agricoltura sul piano economico. Ha parlato di porto senza entrare nel dettaglio della querelle di questi giorni (pur schierandosi ovviamente con l’Amministrazione comunale di cui Liverani fa parte), di università da potenziare e rendere più innovativa, di un centro storico più attrattivo e frequentato da giovani e studenti sottolineando che «non è un problema se c’è la musica un po’ più alta dopo le nove di sera». Anche perché, dice Liverani, una città più vissuta è anche una città più sicura.

Si è soffermato sul tema trivellazioni ed Eni, dicendosi disponibile a un confronto, rivendicando l’apertura di Ravenna e della Regione rispetto al tema ma chiedendo anche in cambio un impegno al cane a sei zampe sulla chimica a Ravenna e ponendo sul tavolo la questione del futuro della piattaforma Angela Angelina. E poi ancora turismo con un’offerta integrata a target specifici, ma anche cultura puntando tutto sulla necessità di valorizzare maggiormente i giovani e in particolare il mosaico (questo proprio mentre nella vicina piazza Kennedy era peraltro in corso proprio un convegno sull’arte musiva tra antico e moderno all’interno della biennale dedicata al mosaico).

Non è mancato qualche accenno alla necessità di snellire e semplificare la macchina comunale per il bene dei cittadini ma anche dei lavoratori stessi ribadendo però che nel suo Comune si applicherà il contratto nazionale sul lavoro e che quindi non intende discutere dei premi ai dirigenti previsti proprio da quel contratto.

L’ultima parte del discorso l’ha riservata a un tema più ideale se non ideologico che è quello dell’antifascismo come elemento fondante della Costituzione.

Riferendosi alla manifestazione per i diritti gay in cui ha fatto irruzione Forza Nuova in piazza del Popolo ha ricordato che «Forza Nuova va a votare, va a votare per un certo grillismo, un certo qualunquismo, un certo anti istituzionalismo. Ma senza istituzioni, sono i più deboli a rimetterci». E ha chiarito: «Io sarò sempre dalla parte di chi ha un diritto in meno».

Rispetto agli alleati, ha ribadito la necessità di stringere alleanze con il Pri (con cui è in corso una faticosa trattativa) e con Sel (che per la verità si è già più volte smarcata aderendo al progetto Ravenna in Comune alternativo al Pd, eccetto per una minoranza del partito) e con le realtà civiche che «ci stanno chiedendo di collaborare, e non viceversa», ha tenuto a sottolineare.

Un lungo discorso a braccio da cui è trapelata la profonda cultura laica e di sinistra del candidato, ma anche una notevole capacità di affondo contro i potenziali avversari che, ha detto, «non vede l’ora di sfidare quando si degneranno di presentare i rispettivi candidati».

«Siamo e sono pronto al confronto sulle idee, ma non accetteremo bugie. Il dibattito non deve partire dalle biografie ma dalle proposte». Ha ribadito che una nuova classe dirigente del partito si sta assumendo la responsabilità di portare il cambiamento ma ha aggiunto: «Chi ci ha preceduto sarà con noi, perché così è giusto, ma facendo un passo di lato». E ha annunciato una campagna elettorale fatta di ascolto, in mezzo alle persone, chiudendo con uno slogan di sicuro effetto per una platea di militanti: «Se io sarò sindaco, lo saremo tutti insieme».