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    Categoria: politica

«Futuro da incubo per le scelte del Pd» Sutter in campo per ribaltare il sistema

Diritto alla salute, al lavoro e tutela dei beni comuni: i temi in agenda
per la candidata di Ravenna in Comune: «La sinistra siamo solo noi»

Raffaella Sutter apre all’attacco la sua campagna elettorale per le amministrative 2016, dopo essere stata votata dal nuovo soggetto politico cittadino Ravenna in Comune in un’assemblea decisamente partecipata e pervasa da un clima di fiducia e ottimismo. Ma il primo discorso pubblico della candidata sindaco, dopo i ringraziamenti a chi la sta accompagnando in questa avventura, comincia da una disamina della realtà esistente e prossima futura che Sutter definisce il suo «incubo». Un incubo figlio del Pd, si potrebbe riassumere, visto che Sutter parla degli scenari prefigurati dalle scelte politiche già compiute dal Partito democratico che compromettono e vincolano già da ora il futuro della città.

Un incubo, dice Sutter, che comincia da un centro storico sempre più vuoto di negozi e addirittura degradato per andare a un forese sempre sfruttato senza mai essere davvero valorizzato fino a una cintura nella periferia della città dove aumentano i centri commerciali con conseguente consumo del suolo per dar vita a «non luoghi – dice  Sutter – dove non si crea vera aggregazione e che finiscono con il depauperare il resto del tessuto cittadino». Ma non mancano critiche alla posizione sulle trivellazioni in Adriatico, alla spinta alla privatizzazione, per esempio con la vendita di azioni Hera, in contrasto con la lotta dei comitati per l’acqua come bene comune. E ancora, nell’incubo di Sutter ci sono appalti da poco rinnovati per servizi come quelli scolastici che «perpetuano un processo di precarizzazione dei lavoratori», un modello turistico fallimentare per le politiche di investimenti (come Marinara) e anche per l’eccessiva repressione rispetto al turismo giovanile. Un incubo, infine, che riguarda l’apparato di scatole cinesi che sono le aziende partecipate del Comune che di fatto sfuggono al controllo del consiglio comunale. Ecco perché, dice Sutter, serve una totale inversione dello sviluppo, «un’uscita dalla gabbie di potere che stanno stritolando la nostra città. Per questa ragione dobbiamo ribaltare il sistema».

Pochi e chiari i punti cardine da cui vuole partire il ribaltamento di Ravenna in Comune: il diritto alla salute, al benessere e al lavoro dei cittadini. Obiettivi da raggiungere attraverso un programma che è in fase di elaborazione e che sarà steso nel dettaglio insieme a chi vorrà partecipare, ai comitati, alle associazioni e ai cittadini che negli anni si sono occupati dei vari temi e che siano pronti a dare il proprio contributo. Tra i progetti in fase di elaborazione, ha anticipato Sutter, ci sarà quello per un turismo diffuso e differenziato che coinvolga il forese, con piste ciclabili, vie d’acqua alla scoperta di meraviglie oggi trascurate; un sistema culturale da ripensare a partire dal 2016, dopo l’esperienza di Ravenna 2019 e 2015, partendo un’idea di cultura «che dia lavoro vero ai giovani, oggi troppo spesso sfruttati e sottopagati». Sui temi dell’economia le parole d’ordine sono green economy e tecnologia, attenzione all’ambiente, anche nella gestione del porto che deve essere scavato e valorizzato ma a fronte di rigidi paletti sulla salvaguardia di ambiente e territorio, per cui meglio pensare a un’integrazione con un sistema rotabile più che a nuovi bybass o altre infrastrutture che consumano suolo. E sempre in tema di economia Sutter annuncia un’attenzione alla vera vocazione agricola del forese, pensando anche all’occupazione giovanile, magari integrata con nuove forme di turismo. E infine, uno dei temi in realtà centrali del programma di Ravenna in Comune: i servizi ai cittadini, un diritto alla scuola pubblica «oggi leso in questo territorio», un sistema più trasparente nella sanità, un diritto alla casa da ripensare a cominciare dall’agenzia che si occupa di edilizia popolare Acer. E poi accoglienza e inclusione, nuove politiche per contrastare la povertà a cominciare da un sistema maggiormente integrato dei sussidi, un ripensamento dei servizi a bassa soglia e pratiche di riduzione del danno senza le quali, chiude Sutter, non ha senso parlare di sicurezza. Infine, la difesa dei diritti civili e la non discriminazione per razza, genere o religione «che invece in città esiste».

E se molti temi si sovrappongono a quelli enunciati da Enrico Liverani, candidato del Pd, nel suo recente discorso di inizio campagna elettorale, Sutter non teme la concorrenza “da sinistra”. «Mi sembra evidente che noi queste cose le possiamo fare, il candidato del Pd, anche volendo, non può farle perché fa parte di quel sistema: come può credibilmente dire, per esempio, che non si consumerà più territorio a fronte dei progetti voluti e approvati dal Pd di ampliare i centri commerciali?». Il messaggio è allora chiaro: «Gli unici spazi a sinistra sul territorio li copriamo noi, il Pd di sinistra non lo è anche per la mancanza di trasparenza, la non capacità di rappresentare cittadini vecchi e nuovi nei loro bisogni».

Sono quasi 350 quelli che intanto hanno sottoscritto il documento fondativo di Ravenna in Comune, altri ne arriveranno, dicono i promotori, «e noi – spiega Sutter – andremo a incontrare tutte quelle associazioni che sul territorio lavorano per la difesa di un bene comune, che sono politicamente trasversali rispetto a posizionamenti nazionali», ma che, secondo la neocandidata, posso convergere verso una lista che li rappresenti per la prima volta nei loro bisogni e interessi. Quel rapporto fatto di reti di relazioni e di scardinamento del sistema del potere a cui Sutter fa riferimento fin dalle sue prime interviste (vedi allegato) e che punta a conquistare anche tanti delusi che nelle recenti consultazioni hanno disertato le urne. Voti che potrebbero assicurare, anzi a Ravenna in Comune ne sono certi, risultati elettorali che vanno ben oltre la somma dei partiti che hanno aderito alla lista e che stanno effettivamente, in questo momento, restando in secondo piano dal momento che sia la candidata sindaco sia i due nuovi portavoce, Dora Casalino e Massimo Manzoli, non hanno alcuna tessera in tasca. «L’obiettivo in termini di numero? Arrivare al ballottaggio», dice Sutter e nessuna alleanza in vista se così non fosse.

Nella foto da sinistra: Dora Casalino (appena eletta portavoce insieme a Massimo Manzoli), Raffaella Sutter, Alessandro Perini, ex Pd, che ha ricoperto pro tempore il ruolo di portavoce