Il 27enne iscritto all’Anpi, intervenuto in consiglio comunale per la Liberazione, scrive a Ancarani (Forza Italia)
Caro signor Ancarani,
mi scusi se le rispondo solo ora. Mi dispiace molto di averle fatto una cattiva impressione senza che lei mi abbia mai conosciuto e temo che non si sia curato di informarsi approfonditamente su di me. Perciò desidero scriverle alcune righe per presentarmi.
Sì, è vero, non sono uno «storico quotato», ho solo una laurea magistrale conseguita con una tesi di storia contemporanea dal titolo “Il giovane Zaccagnini” (Benigno Zaccagnini, che fu ministro e segretario della Democrazia Cristiana), per la quale mi sono documentato per mesi, consultando diversi esperti (tra cui esponenti dell’Anpi, parroci, storici e partigiani, di ogni ispirazione politica). È anche vero che non ho conosciuto direttamente molti partigiani, perché sono nato solo nel 1988 e molti non erano più in vita. Perciò mi sono dato ancor più da fare, documentandomi presso gli archivi nazionali e sui libri di innumerevoli autori (di opposte ideologie). Mi sono curato di studiare tutti gli aspetti della Resistenza (dagli atti di eroismo agli episodi più controversi), cercando sempre di mantenere uno sguardo lucido e distaccato.
Lei ha scritto che avrei parlato «per mera ideologia» (e mi piacerebbe sapere quale ideologia intendesse) e che sarebbe stata un’occasione di propaganda «bolscevica», ma se fosse stato presente in Comune venerdì 4 dicembre per udire il mio intervento, mi avrebbe sentito ricordare che i partigiani che combatterono per la Liberazione di Ravenna appartenevano a correnti politiche diverse. C’erano comunisti, socialisti, democristiani, repubblicani, azionisti, anarchici, mentre altri ancora non appartenevano ad alcun partito.
Lei ha poi aggiunto che avrei parlato perché in tasca avevo «la tessera giusta». Se intendeva la tessera dell’Anpi, sì, ce l’ho e ne vado fiero! Ma se intendeva la tessera di un partito (di quale poi?), forse la sorprenderà sapere che ne sono sprovvisto.
Non so dirle se sia «normale» che io abbia parlato in Comune per celebrare la Liberazione di Ravenna, so solo che per me è stato un grande onore e che non ho parlato per un partito o per fare propaganda. L’unico fine che mi ero prefissato era quello di ricordare la Resistenza, non come fenomeno di partito, ma come lotta per la libertà, condivisa da tutte le forze antifasciste.
Sono nato solo nel 1988, ma mi permetto comunque di offrirle un consiglio: per il futuro si informi bene prima di attaccare una persona (a volte si fanno brutte figure).
Quello che dovevo dire sulla mia modesta vita l’ho scritto. Infine, spero di ottenere il suo appoggio nell’invitare tutti i nostri concittadini a ricordare la Resistenza (fatta di luci ed ombre, è bene saperlo), a parlarne e a confrontarsi. I partigiani hanno combattuto per tutti, anche per me e per lei. Hanno lottato per un’Italia libera (chi pensava alla Repubblica, chi alla Monarchia) e dagli ideali della Resistenza è nata la nostra Costituzione. Quella che permette a tutti la libertà di parola e di esprimere il proprio pensiero.
Cordiali saluti
Un tale Matteo Pezzani