La collaboratrice di Alberghini «Maschilista? No, ha 4 donne in studio»

Anche Terry Gordini a difesa del candidato di centrodestra attaccato da de Pascale sulle politiche di genere: «Mi ha scelto per meriti»

«Lo staff lavorativo di Massimiliano Alberghini è composto da quattro donne e se Max fosse stato maschilista avrebbe avuto non poche difficoltà a convivere con loro. Affermare il contraio è solamente una calunnia che forse evidenzia ancora una volta la mancata esperienza lavorativa del segretario del Pd». Con questo commento una collaboratrice dello studio del candidato sindaco del centrodestra, che come noto è un commercialista, replica alle accuse di maschilismo arrivate dall’altra parte della contesa in questo ballottaggio per l’elezione del sindaco. Era stato infatti Michele de Pascale, segretario Pd e candidato sindaco del centrosinistra, a parlare di maschilismo delle destre e di Alberghini in occasione di una sua nota stampa inviata alle redazioni per impegnarsi negli eventuali cinque anni di suoi mandato a ridurre le disparità numeriche e salariali tra uomini e donne coinvolte nella pubblica amministrazione (vedi tra i correlati).

Molto critica anche la segretaria della Lega Nord, Samantha Gardin, candidata nella lista del Carroccio e già certa di aver conquistato un posto in consiglio comunale: «Chi si rifugia nelle offese personali gratuite ha già perso, così come è un perdente nella vita chi pensa che le donne per guadagnarsi un ruolo debbano avere delle quote di protezione».

E proprio sul tema della meritocrazia da opporre al concetto di quota prestabilita è l’intervento di un’altra donna che entrerà nella giunta Alberghini in caso di vittoria: Terry Gordini, campionessa mondiale di pugilato. «Alberghini mi ha scelto come sua responsabile dello Sport non perché donna ma per quello che ho fatto nella vita: io che sono cresciuta in un ambiente di uomini, direi che Max è l’esatto opposto di un maschilista».

Tra le critiche ricevute dall’avversario sullo stesso tema, c’era anche l’assenza all’incontro che la Casa delle Donne aveva organizzato con i candidati prima del voto. A questa aveva già replicato Alberto Ancarani, capogruppo uscente di Forza Italia e già rieletto, che da tempo ha ingaggiato un’aspra polemica con il femminismo locale: «Che Massimiliano Alberghini non sia andato, peraltro per altri impegni di campagna elettorale e non per calcolo, a farsi dare gli ordini dalle malmostose protagoniste della cosiddetta Casa delle Donne di Ravenna, è un titolo di merito non certo un motivo di biasimo. Tanto che il vero problema della politicizzatissime esponenti del femminismo ravennate era la richiesta di ingrandire la loro sede, argomento che interessa solo alcune scalmanate che utilizzano il sacrosanto problema della necessità di rimuovere gli ostacoli, purtroppo esistenti, per una piena parità fra i sessi, come clava per dare patenti di legittimità politica ai rappresentanti dei cittadini. Tanto per essere chiari: l’ingrandimento della loro sede sarà l’ultima delle priorità della giunta Alberghini».

Le repliche di difesa del centrodestra hanno però solleticato qualcun altro nello schieramento opposto. Michele Distaso per Sinistra per Ravenna afferma: «Se Alberghini dovesse vincere le elezioni, la destra presenterebbe in consiglio comunale 17 uomini e 3 donne. Questa non è una novità per la destra Ravennate, che nell’ultimo mandato consigliare non ha eletto nemmeno una consigliera comunale. Stante il quadro emerso dalle urne domenica scorsa, ancora una volta sarebbe il centrosinistra a rispettare la rappresentanza di genere e ancora una volta sarebbero le donne del centrosinistra a farsi carico, con competenza e passione, della nostra comunità».

A queste ultime parole da sinistra replica Gianluca Pini, deputato leghista tra gli artefici della coalizione che ha portato il centrosinistra al ballottaggio: «Si segnala, per opportuna conoscenza e correttezza di informazione, che quanto affermato da un tal di Distasio si Sinistra per Ravenna che nel caso, altamente probabile, di vittoria di Massimiliano Alberghini solo nella lista della Lega Nord sarebbero almeno 5 le donne che entrerebbero in consiglio Comunale su 10 consiglieri. Cioè il 50 percento. E tutte per meriti, non per quote rosa che sanno di riserve indiane. Conosciamo bene come la menzogna, la disinformazione e la denigrazione dell’avversario siano le armi da sempre usate dalla sinistra per mantenere il potere clientelare a Ravenna, ma sarebbe cosa utile anche per certi poveretti conoscere la matematica e le leggi elettorali prima di far figure da fessi».

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