«La riforma costituzionale è un pasticcio sbagliato e pericoloso»

Il deputato Maestri (Possibile): «Quello della Boschi è un testo che compromette i sistemi di pesi e contrappesi»

Deputato ravennate di Possibile, ex Pd, Andrea Maestri di questa riforma ci dice che salverebbe solo l’abolizione del Cnel. Decisamente un po’ poco. Su tutto il resto la sua è una bocciatura senza se e senza ma, come ha avuto modo di spiegare anche all’incontro pubblico sul tema che si è tenuto a Mezzano all’interno della festa di Ravenna in Comune (cui Possibile a livello locale aderisce).

Maestri, lei quindi non crede che il superamento del bicameralismo perfetto sia un traguardo?
«In realtà così come è stato concepito è un vero pasticcio. Il realtà il Senato dovrà occuparsi di temi talmente ampi e trasversali, come le politiche europee o la valutazione della politiche pubbliche, e si creerà un’enorme confusione e non maggiore efficienza. Non solo, abdichiamo alla possibilità di eleggere i senatori ma senza alcun reale contenimento dei costi, visto che il senato in quanto macchina burocratica resterà in piedi. Se davvero si fosse voluto intervenire si sarebbe potuto agire sui regolamenti parlamentari, così avremo una “navetta” tra Camera e Senato intermittente. E si poteva pensare a un monocameralismo o meglio a una riduzione di 1/3 dei deputati e senatori con contestuale riduzione delle indennità».

Tra le ragioni del No c’è il presunto rischio di una minor “democraticità del sistema”, perché dite questo?
«Perché si va a intervenire sul sistema dei pesi e contrappesi. Quello prefigurato è un sistema governocentrico, dove il governo avrà una corsia preferenziale per l’approvazione delle leggi, quando già oggi l’80 percento delle leggi sono decreti governativi ratificati dal Parlamento in fretta e furia…».

Appunto, non è meglio regolamentare questo aspetto?
«No, si tratta di una patologia e non capisco perché inserire in Costituzione una patologia. Io immagino una democrazia ampia dove ci sia rappresentatività degli elettori e dove ci sia anche un controllo tra gli enti. Con il famigerato articolo 70 per esempio invece si spogliano le Regioni del loro ruolo e si va così a incidere anche sui principi previsti dalla prima parte della Costituzione, per esempio l’articolo 5. Il riaccentramento di alcuni temi come le politiche energetiche spogliano i territori della possibilità di incidere…».

L’articolo 70 è sotto accusa anche per come è stato scritto. Ma l’aspetto estetico e formale è davvero un argomento a favore del No?
«Certo, perché la Costituzione è l’elemento fondante e dovrebbe avere una qualità anche della scrittura per essere comprensibile a tutti».

Almeno la convince la parte sul referendum e le leggi di iniziativa popolare?
«Già 50mila firme per una legge di iniziativa popolare erano tantissime da raccogliere, ora sarà ancora più difficile raggiungere l’obiettivo…».

Però ci sarà almeno l’obbligo di discuterle…
«Ma quando comunque arriverà dal governo, un governo con sempre meno contrappesi, l’ordine di bocciarle, saranno bocciate. No, nemmeno questo è un miglioramento».

Nessun imbarazzo per un uomo di sinistra come lei a portare avanti questa battaglia con compagni di strada come Forza Italia, Lega Nord e addirittura Casa Pound? Oltre naturalmente ai 5 Stelle….
«Sono strade diverse, anche se hanno una comune direzione. La diversità sta nel merito delle critiche che ciascuna forza politica muove. Non tutti sono genuinamente impegnati a salvare il bene più prezioso di una comunità nazionale, quale è la sua Costituzione. Da uomo di sinistra, leale ai valori della Resistenza e della democrazia parlamentare e rappresentativa mi preme solo l’obiettivo di salvare la Costituzione da una riforma sbagliata e pericolosa».

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