Regionali, Mdp e Sinistra per Ravenna aderiscono al progetto “Regione Futura”

Sta nascendo una lista a sinistra del Pd che dovrebbe sostenere la coalizione di Bonaccini alle elezioni del 26 gennaio. Le due formazioni ravennati: «Impegno per la costruzione e per l’affermazione di una nuova proposta ecologista, progressista ed innovativa»

Foto Farricella Per Festa Dell'Unità Modena 2016

Stefano Bonaccini

L’appello “Regione Futura Emilia-Romagna”, per una lista a sinistra del Pd che quasi certamente farà parte della coalizione a sostegno di Stefano Bonaccini alle Regionali del 26 gennaio, raccoglie l’adesione di Articolo Uno di Ravenna e Sinistra per Ravenna. Le due formazioni che esprimono un consigliere comunale e un assessore a testa parteciperanno all’incontro in programma il 9 novembre a Bologna «impegnandosi fin da ora, da sinistra, per la costruzione e per l’affermazione di una nuova proposta ecologista, progressista ed innovativa per le prossime elezioni». L’appello è partito da Vasco Errani, senatore ravennate di Leu, e Elly Schlein.

In una nota congiunta inviata alla stampa si afferma che «nessuno, donna o uomo, che sia vissuto in Emilia-Romagna e abbia militato o anche solo votato a sinistra, può restare indifferente all’idea di consegnare un simbolo dell’eguaglianza e della cooperazione qual è l’Emilia-Romagna in mano ad una destra che cerca discriminazione ed esclusione».

Ma c’è anche una critica verso le scelte recenti: «La centralità di servizi universali gratuiti come la sanità e la scuola si è molto attenuata fino a divenire spesso irriconoscibile. La causa di questo progressivo degrado della qualità sociale anche nella nostra regione non è stata solo la crisi economica. A quella crisi si è spesso risposto, anche a sinistra, con un’acritica adesione alle politiche neoliberiste e con la rinuncia a molti presidi pubblici. La nostra Regione può essere difesa solo cambiandola ancora».

C’è già un’idea di come si dovrà agire: «Creare occasioni di reddito e di produzione culturale per i giovani per rilanciare l’occupazione di qualità. Ingaggiare una lotta alle disuguaglianze, che comporta il rafforzamento dei servizi alle persone, la valorizzazione dei beni comuni, il riconoscimento dei diritti e delle differenze e il raggiungimento di una vera parità di genere. Governare, e non subire, i processi di innovazione tecnologica, rendendoli davvero a servizio delle persone e redistribuendone il valore aggiunto nella società».

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