Il presidente della Repubblica al Pala De Andrè per il trentennale della morte del politico democristiano: «Il messaggio del suo ultimo discorso pubblico è ancora attuale per il presente»
Il capo dello Stato ha parlato per pochi minuti a conclusione della mattinata aperta dal sindaco e proseguita con il profilo biografico del politico democristiano tracciato dal professor Guido Formigoni. Mattarella ha sottolineato di aver avuto il privilegio di conoscere Zaccagnini e ha poi trasmesso al pubblico – che lo ha accolto con applausi scroscianti e prolungati – alcuni ricordi. Ad esempio la veglia funebre nel duomo di Ravenna nella notte della morte: «Un momento improvvisato, di raccoglimento, a illuminare la notte c’erano le parole del vescoco di allora, Ersilio Tonini». E anche a Tonini la platea regala un applauso.
Una la caratteristica che secondo Mattarella definisce “Zac”: «Era credibile. Le persone percepivano l’autenticità delle sue parole e dei suoi gesti». E poi il ricordo della sua umanità: «In uno dei congressi in cui fu rieletto a segretario della Dc era assente al momento della proclamazione perché era già partito per tornare nella sua Ravenna perché era morto un amico. Questo dimostrava la sua umanità, perché la politica non può essere disumana».
Infine le ultime parole del presidente della Repubblica: «Per tutta la vita è andato alla ricerca del bene comune e questo lo affianca ad altri grandi personaggi con lo stesso approccio».