Amministrative, da Faenza a Ravenna: se il centrodestra non è una vera alternativa

Dopo aver perso le elezioni in provincia nel 2019, ancora non è stato formalizzato il nome del candidato sindaco per la città manfreda. Mentre a Palazzo Merlato volano gli stracci

Berlusconi Meloni Salvini

Gli esponenti del centrodestra a Ravenna alla fine della campagna elettorale per le Regionali

Nemmeno il Covid è riuscito a scalfire il panorama del centrodestra locale. Se il centrosinistra si divide in rivoli, litiga oltremisura per individuare il candidato sindaco in una città come Faenza (del resto vale sempre la pena ricordare che a Cervia l’anno scorso fu perfino richiamato un ex sindaco…), si può star certi che il centrodestra riuscirà a fare peggio (si veda sempre l’esempio di Cervia). E infatti l’anno scorso, in città dove era da tempo in vantaggio, il centrodestra riuscì a perdere dappertutto alle amministrative (eccetto Brisighella) e a poco più di due mesi dalle elezioni per Faenza ha visto sfumare le interessanti candidature “civiche” annunciate e ora potrebbe ripiegare su nomi già noti al mondo della politica, come Gabriele Padovani, che cinque anni fa sfiorò l’impresa ma che a settembre rischia di far passare per nuovo il vicesindaco in carica da dieci anni e candidato del centrosinistra, Massimo Isola (profilo unanimamente stimato ma che certo non può rivendicare l’elemento “novità” a suo vantaggio).

Come si possa arrivare così impreparati a sfide come quelle di città quali Cervia e Faenza non è facilmente comprensibile. Staranno puntando tutto su Ravenna 2021? Ecco, magari. E invece a seguire gli scambi su Facebook e le interviste sulla stampa locale di diversi esponenti sembra un tutti contro tutti o poco ci manca. Con gli stessi protagonisti o quasi di cinque anni fa e in parte dieci. Ma, soprattutto, con la forza più importante, ossia la Lega, che sembra sempre più divisa al suo interno con rappresentanti che spiccano per le posizioni più conservatrici, rivendicano addirittura il modello della famiglia “patriarcale” e dialogano con una forza che si è sempre definita civica come la Pigna (che si è battuta in prima linea in questi anni contro l’amministrazione De Pascale spesso in polemica con parti del centrodestra). La parte più, diciamo, “laica” della Lega, nella persona della capogruppo Samantha Gardin, sembra essere  stata messa in ombra, anche per il non esaltante risultato delle Regionali di gennaio dove ha preso meno preferenze del faentino Andrea Liverani, iper-salviniano.

Intanto Alberto Ancarani di Forza Italia, da sempre catalizzatore di preferenze e punto di equilibrio di quell’area politica, annuncia l’intenzione di non ricandidarsi per il consiglio comunale (ma non di lasciare la politica), mentre Alvaro Ancisi potrebbe meditare di correre da solo. Resta l’incognita di Fratelli d’Italia che dovrebbe avere un ruolo decisamente più importante, visto il mutamento sul fronte nazionale. E in effetti a leggere i veti incrociati di queste ore, forse al centrodestra in generale, non resta che sperare nel piano nazionale che però non ha portato bene né alle scorse Amministrative, né alle Regionali.

Stando così le cose è difficile immaginare che De Pascale, che pure secondo Il Sole 24 ore è in calo di consensi, non abbia già la vittoria in tasca, e al primo turno. E questo non perché qui il Pd sia straordinariamente bravo, ma perché l’opposizione non riesce a essere credibile.

Houston, abbiamo un problema, abbiamo un’opposizione, ma non un’alternativa. E questo non fa bene a nessuno, nemmeno a chi vota convintamente (qualcuno pare ci sia ancora) Pd.

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