Emergenza climatica planetaria: «per fortuna i giovani si indignano»

Riflessioni sull’episodio  di “imbrattamento” di Palazzo Madama da parte degli attivisti ambientalisti di “Ultima Generazione”, nato dalla campagna internazionale “Extinction Rebellion”

Blitz Ambientalisti Al Senato, 'contro Disinteresse Politica'

Il blitz degli ambientalisti di “Ultima Generazione” che hanno lanciato vernice sulla facciata del Senato a Roma, 2 gennaio 2023. [Ansa/Ultima Generazione, editorial use only no sales]

Riceviamo e pubblichiamo questo intervento di Marina Mannucci, attivista, ricercatrice e pubblicista ravennate nel campo dell’ambiente e dei cambiamenti climatici, dei diritti civili e delle discriminazioni razziali e di genere

Il 2 gennaio scorso, un gruppo di attivisti climatici del gruppo “Ultima Generazione”, nato dalla campagna internazionale Extinction Rebellion – Extinction Rebellion (XR) è un movimento internazionale, “dal basso”, nonviolento, fondato in Inghilterra –, ha spruzzato della vernice arancione sulla facciata di palazzo Madama utilizzando degli estintori.
Il giudice per le direttissime del tribunale di Roma ha convalidato gli arresti per gli attivisti, disponendone la scarcerazione. Il processo per Davide Nensi, Alessandro Sulis e Laura Paracini, accusati di danneggiamento aggravato, è stato fissato al 12 maggio. La procura aveva sollecitato la misura dell’obbligo di dimora per i tre indagati.

Nel corso dell’udienza i tre accusati hanno rivendicato quanto compiuto: «Dopo aver visto il disastro della Marmolada ho paura per il nostro futuro. Ho aderito a “Ultima Generazione” perché propone un cambiamento – ha dichiarato uno degli arrestati –, in particolare di fermare le emissioni di gas e puntare sulle energie rinnovabili».
Nel libro Disobbedienza civile (Chiarelettere, 2017) l’autrice Hannah Arendt si schiera dalla parte delle ragioni dei movimenti di protesta in corso in quel momento negli Stati Uniti e individua nella disponibilità ad associarsi sulla base dell’impegno reciproco, a partecipare alle questioni di pubblico interesse: una pratica di “libertà pericolosa”, capace di sfidare il luogo comune.

La disobbedienza civile insorge quando i canali consueti del cambiamento non funzionano più, quando cittadine e cittadini non si sentono più ascoltate/i, non viene dato seguito alle loro rimostranze e il governo di un paese ha una condotta dubbia in termini di costituzionalità e legalità. La disobbedienza civile che sfida la legge in modo manifesto non è disobbedienza criminale che nasconde il proprio agire. La disobbedienza civile, pur agendo in disaccordo con la maggioranza, opera nel nome e nell’interesse di un gruppo; sfida la legge e le autorità costituite per manifestare un dissenso non perché vuole fare un’eccezione per sé e beneficiarne come individuo.

Nel 2020 la casa editrice Marietti pubblica  una nuova traduzione del libro di Henry David Thoreau, Disobbedienza civile, con una nota di lettura di Goffredo Fofi.
La disobbedienza di cui parla Thoreau è civile perché presuppone l’esistenza di uno Stato continuamente sottoposto al controllo di cittadine e cittadini, che prima di essere tali sono donne e uomini con coscienza e capacità di discernere ciò che è giusto per la comunità da ciò che invece viene perseguito per l’interesse di pochi.  Si legge nel testo di Thoreau: «Siamo abituati a dire che la massa degli uomini è impreparata, ma in realtà la via del progresso scorre lentamente perché i pochi non sono sostanzialmente più saggi o migliori di molti. Non basta opporsi alla situazioni che si ritengono ingiuste in linea di principio, è necessario fare qualcosa in pratica per porvi fine».

L’invito, come chiarisce Fofi nella sua nota Saper dire di no, è a non accettare il mondo così com’è e a mettersi in gioco.
Sorrido quando “benpensanti” gridano scandalizzati alle azioni di questi ragazzi e restano in silenzio di fronte agli imperanti modelli di mercificazione del mondo della cultura a partire dagli atenei universitari convertiti in aziende produttrici di utilità, guidate da dinamiche di mercato e dalla ricerca di un profitto. Così come per teatri, musei, biblioteche…

 

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