Il 24 ottobre appuntamento al Pala De André. In programma anche un convegno scientifico
Per manifestare il proprio dissenso contro l’Omc, negli stessi giorni in cui la manifestazione dell’energia si svolgerà a Ravenna, il coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”, il gruppo Energia per l’Italia, la Rete Emergenza Climatica e Ambientale dell’ Emilia Romagna e la Rete No Rigassificatori No Gnl, organizzano dal 24 al 27 ottobre un presidio (la mattina del 24 davanti al Pala De André) e nei giorni successivi un convegno di approfondimento scientifico con il coinvolgimento di personalità scientifiche e dell’attivismo climatico.
«Sappiamo bene che gli orientamenti delle imprese che fanno capo a questo vertice e di gran parte degli esponenti politici e istituzionali nazionali, regionali e ravennati considerano come transizione ciò che in realtà continuerà a coincidere con il ricorso alle fonti fossili ed alla loro espansione, dall’approvvigionamento al trasporto, alla distribuzione e all’utilizzo», scrivono gli ambientalisti in una nota inviata alla stampa.
Le associazioni accusa Omc e le aziende che vi gravitano a ricercare «ogni possibile strumento per fare sempre più profitti sulle fonti energetiche. Che cosa tutto ciò abbia a che vedere con il concetto di transizione ecologica, o anche solo energetica, non è affatto facile capire. Non crediamo, per esempio, che qualcuno dei partecipanti alla kermesse vorrà proporre lo stop ai sussidi che sostengono le fonti fossili, o una decisa azione affinché si arrivi presto allo sblocco degli ostacoli burocratico-amministrativi che continuano a mettere i bastoni fra le ruote allo sviluppo delle rinnovabili. Così come prevediamo, senza timore di smentita, che nessuno oserà sostenere che gli enti deputati a occuparsi di energia debbano essere spostati dall’ambito del profitto a quello dei beni comuni, e quindi essere messi in discussione per come sono adesso. Tantomeno ci sarà qualche imprenditore illuminato, o qualche politico influente, che si azzardi a proporre una moratoria sulla miriade di nuove realizzazioni previste (dai rigassificatori, al potenziamento degli impianti di trivellazione ai nuovi gasdotti, finalizzati a portare sempre più gas a soffocare il nostro Paese) e promuovere invece un modello realmente alternativo, infinitamente più pulito, più innovativo e molto più promettente, anche in termini di sviluppo di competenze e ricadute occupazionali».
Secondo gli ambientalisti, infine, «non si tratta solo di temi in senso stretto ambientali, che pure rivestono una vitale importanza, ma di uno sguardo generale e di attenzione agli aspetti geopolitici. Come dimostra la situazione tragica in atto in tante parti del mondo, i conflitti armati distruttivi di vite e beni, e causa di migrazioni epocali, disperazione e veri e propri olocausti, sono strettamente legati alla feroce contesa per il dominio sulle risorse energetiche».