Reclutatore jihad a Ravenna nel 2012 «Esperto qualificato, non aderiva all’Isis»

L’assessore comunale alla Sicurezza respinge le critiche della Lega «Nemmeno lui conosceva il suo futuro. Serviva chiaroveggenza…»

«Nel 2012 Robert Cerantonio Musa era sconosciuto alle autorità di pubblica sicurezza e la sua adesione all’Isis è avvenuta almeno un anno dopo». Così Martina Monti, assessore comunale di Ravenna con delega alla Sicurezza, ha risposto in municipio al question time presentato dalla Lega Nord a proposito della presenza in città, due anni fa per un convengo, di Cerantonio che oggi è considerato dai servizi segreti uno degli islamici radicali più pericolosi, predicatore e reclutatore. Allo stesso convegno era intervenuta anche Monti e Paolo Guerra, capogruppo del Carroccio, aveva chiesto che il sindaco rivedesse la sua nomina in giunta.

Non ancora 30enne, Musa partecipò in veste di islamologo a un convegno dal titolo “Uomini e Donne insieme per la fraternità umana e la pace universale” e Monti, parlando con il Corriere Romagna che ha sollevato il caso, ha ricordato così quei momenti: «Lesse un discorso in italiano ma era accompagnato da un interprete. Ma i suoi messaggi erano improntati alla fratellanza, alla pace. Non lasciò nessun tipo di messaggio violento, sembrava pacifico, ricordo solo che si rifiutò di stringermi la mano. Mi dissero che da praticante non gli era concesso salutare così le donne».

Oggi, intervenuta in consiglio comunale, Monti ha replicato con sarcasmo alle domande depositate dal consigliere Guerra all’indomani della pubblicazione della notizia, avvenuta nei giorni scorsi, della circostanza riguardante Cerantonio: «Non ho ben capito se Guerra pretende che si abbia il dono della chiaroveggenza. A quel tempo Musa Cerantonio era considerato un esperto e non era umanamente possibile prevedere la sua futura adesione ad un movimento terroristico che ancora non si era costituito per come lo intendiamo oggi. Forse a quei tempi nemmeno lo stesso Cerantonio conosceva il proprio futuro». A fronte di questo ragionamento l’assessore ha definito «strumentali e imbarazzanti» i quesiti del Carroccio concludendo in maniera secca: «Non ho proprio idea di cosa possa essere addebitato al Comune di Ravenna».

In allegato in pdf dal link in fondo alla pagina l’intervento integrale dell’assessore.

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