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    Categoria: società

Con il Suv della compagna carica una prostituta e la violenta: arrestato

In manette un 47enne: ha costretto una 24enne a un rapporto non protetto poi le ha rapinato 600 euro. Aveva precedenti simili

Al volante di un Suv intestato alla compagna ha caricato una prostituta 24enne sulla via Emilia tra Faenza e Castelbolognese per portarla in un casolare abbandonato dove l’ha violentata e poi rapinata minacciandola perché non andasse a denunciarlo: dopo quattro mesi di indagini un 47enne di Dovadola (D. L.) è stato arrestato dai carabinieri con un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il rischio di reiterazione dei reati viste le due condanne passate in giudicato per reati della stessa indole.

Nonostante le minacce dell’uomo, la giovane non ha avuto timori a denunciare quanto subito in quelle ore nella notte dell’1 marzo scorso. Fondamentale per le indagini dell’Arma è stata la scaltrezza della ragazza che dopo essere salita sul Suv ha iniziato a temere il peggio e in una telefonata in lingua straniera ha dettato a un’amica la targa del veicolo.

La prostituta, domiciliata a Faenza, era montata a bordo seppur poco convinta di consumare il rapporto sessuale nell’abitazione del cliente. E ben presto si è ritrovata in aperta campagna, nei pressi di un casolare che le indagini poi individueranno tra Santa Lucia e Castrocaro. E lì con la forza ha costretto la 24enne ad avere rapporti sessuali non protetti. Dopo la violenza, l’uomo ha tentato anche di far scendere la lucciola dall’auto con l’intenzione di abbandonarla sul posto. Lei lo ha supplicato di riaccompagnarla indietro: l’uomo così ha fatto e prima di allontanarsi le ha sottratto dal portafogli 600 euro nonché la carta d’identità e il telefono cellulare.

La prostituta, nella sua denuncia, ha descritto nel dettaglio i connotati dell’uomo inoltre, attraverso la targa che la ragazza aveva fatto annotare all’amica la notte della violenza, i carabinieri sono riusciti a risalite all’intestatario del Suv, una donna di Dovadola, risultata la convivente dell’uomo. Decisivo è stato il riconoscimento dell’uomo attraverso l’archivio fotografico del sistema informatico in uso ai carabinieri dove già risultava catalogata la foto del forlivese visti i suoi precedenti giudiziari per reati della stessa specie.