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    Categoria: società

L’eresia della felicità del Teatro delle Albe sbarca a Milano per l’Expo

Il progetto della non-scuola, diretto da Marco Martinelli, coinvolge oltre 200 adolescenti italiani e stranieri fra energia e poesia

Il Teatro delle Albe di Ravenna e l’associazione milanese Olinda hanno dato vita a Eresia della felicità a Milano, laboratorio a cielo aperto che nasce dalla lunga esperienza della non-scuola, l’attività di avvicinamento dei più giovani al teatro che la compagnia ravennate porta avanti dal 1991. Dal 21 al 25 luglio gli spazi del Castello Sforzesco nel centro storico di Milano saranno riempiti dalle voci di più di 200 adolescenti, che sotto la Torre del Filarete «imbracceranno i versi crepitanti di Vladimir Majakovskij, scritti quando lui pure era un giovane ribelle, e sentiva la tempesta nell’aria», come scrive Marco Martinelli, direttore dello spettacolo e fondatore delle Albe. I ragazzi e le ragazze in maglietta gialla, richiamo alla blusa gialla del giovane poeta russo, provengono da cinque regioni italiane (Emilia Romagna, Lombardia, Sardegna, Campania, Calabria), dal Belgio e dal Senegal e compongono un coro che parla circa 15 idiomi diversi, fra dialetti e lingue straniere.

Eresia della felicità a Milano è il naturale proseguimento del progetto concepito da Martinelli insieme a Ermanna Montanari nell’ambito del Festival di Santarcangelo del 2011, di cui la Montanari era quell’anno direttrice artistica. «Ermanna ebbe l’idea di radunare le tribù della non-scuola seminate in giro per il mondo e di far loro recitare i versi di Majakovskij» racconta il regista, ricordando come quei 200 attori alle prime armi con la loro energia riuscirono a conquistare un pubblico sempre più ampio, dapprima stranito ma poi entusiasta, fino a riempire lo Sferisterio di Santarcangelo. «Con la nostra presenza chiamavamo le persone ad essere non spettatori, ma testimoni di una creazione in atto, che prendeva vita proprio lì, sul momento».

La forza di quelle voci fu in grado di rievocare lo spirito del più grande cantore della rivoluzione russa, di far intravedere la gioia possibile nascosta nei suoi versi giovanili, scritti quando ancora non immaginava il fallimento degli ideali rivoluzionari che l’avrebbe deluso al punto da indurlo al suicidio. L’Eresia della felicità è stato in seguito portato a Venezia (nel 2012) e a New York (nel 2014) e recentemente, i primi di luglio, è stato riproposto a Mons, la cittadina belga nominata Capitale Europea della Cultura 2015 insieme alla ceca Pilsen.

Prossima tappa Milano. «è un evento dal forte valore simbolico – commenta l’assessore alla Cultura del Comune di Ravenna Ouidad Bakkali – Il progetto della non-scuola, che da più di vent’anni risponde ai bisogni della scuola stessa, approda all’esposizione universale portandosi dietro tutta l’esperienza accumulata nel suo lungo percorso». Insegnando quella pratica libera e pubblica che è il fare teatro, la non-scuola è entrata a far parte del patrimonio genetico dei giovani ravennati, tant’è che sono nove gli istituti superiori della nostra città coinvolti nella trasferta milanese: Liceo Classico “D. Alighieri”, Itis “N. Baldini”, Ipsia “C. Callegari”, Itc “G. Ginanni”, Itg “C. Morigia”, Liceo Artistico “P.L. Nervi – G. Severini”, Liceo Scientifico “A. Oriani”, Ipssct “A. Olivetti”, Itas “L. Perdisa”, cui si affiancano la Fondazione Flaminia per l’Università in Romagna e la scuola media statale “T. Franchini” di Santarcangelo.

Uno dei punti di forza della non scuola è la capacità di creare dialoghi anche in territori difficili – come per esempio Lido Adriano – attraverso laboratori che portano sul palco ragazzi di tanti Paesi diversi. Questa sensibilità unisce ormai da tempo il Teatro delle Albe a Olinda, associazione che si pone l’obiettivo di promuovere l’impresa sociale e l’inclusione di persone con problemi di salute mentale, nell’ambito dei progetti di superamento dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini. Otto anni fa «presa per mano dalle Albe», per usare le parole del presidente Thomas Emmenegger, Olinda ha avviato la propria non-scuola nella profonda periferia milanese, con l’intento di riconvertire l’area dismessa del manicomio in una fucina culturale e artistica che possa essere considerata parte del centro della città. A tal proposito una delle iniziative di punta è la rassegna teatrale “Da vicino nessuno è normale”, che quest’anno, giunta alla diciannovesima edizione, propone Eresia della felicità a Milano come ultimo appuntamento.

La produzione diretta da Martinelli si inserisce nel programma ufficiale di “Expo in Città“: «Si tratta di un complesso di attività voluto dal Comune e dalla Camera di Commercio di Milano per animare l’intero territorio metropolitano durante i sei mesi di Expo» spiega Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano. Il cartellone vede la partecipazione di 3 mila operatori: protagonisti dell’industria creativa milanese, ma anche soggetti da fuori Milano – come appunto il Teatro delle Albe – e dall’estero, che offrono eventi culturali, approfondimenti scientifici e intrattenimento, per un totale di ben 40 mila appuntamenti. Uno dei centri nevralgici di Expo in Città è proprio quel Castello Sforzesco che farà da sfondo all’esibizione degli oltre duecento adolescenti in maglietta gialla: a seguito dell’apertura del nuovo museo della Pietà Rondanini, capolavoro di Michelangelo, e della generale risistemazione dei servizi museali, il castello è diventato sede privilegiata di varie attività culturali.

Molti sono i sostenitori del progetto, tra cui anche la Cmc e la Lega Coop per la regione Emilia Romagna, realtà che condividono i valori di coesione e collettività alla base della filosofia del Teatro delle Albe e di Olinda, che sono a tutti gli effetti due vitali cooperative, come sottolinea Marcella Nonni, direttrice della compagnia teatrale ravennate.

Eresia della felicità a Milano sarà presentato a Ravenna sabato 18 luglio (ore 17 all’Almagià) in occasione del Darsena open show, dove i 250 ragazzi e le guide lasceranno il loro messaggio prima di partire alla volta di Milano: «Eresia oggi è lavorare, gioire e soffrire insieme – commenta il regista Martinelli – la società va nel verso contrario, ci dice di eliminare gli altri. Eresia è allora riscoprire la ricchezza e la fatica dello stare insieme creando bellezza».