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    Categoria: società

Altri profughi in arrivo in provincia La prefettura cerca 330 posti letto

Avviso esplorativo: un centinaio andranno per una parte dei cinquecento già sistemati in vari centri della provincia mentre gli altri verranno usati solo in caso di necessità (ipotesi probabile). Il costo giornaliero procapite è di 35

Uno ogni ottocento residenti: in media è questa al momento la concentrazione dei profughi (500 in totale) assegnati alla provincia di Ravenna (400mila abitanti) nell’ambito dei piani di accoglienza nazionale per l’emergenza internazionale. Ma potrebbe crescere visto l’intensificarsi degli arrivi.

Il coordinamento dei posti (sparsi in una ventina di strutture private tra cui tre alberghi a Cervia, Casola Valsenio e Bagnacavallo) è nelle mani della prefettura che nei giorni scorsi – dopo un bando pubblico e convenzioni dirette stipulate in passato arrivando al numero di cinquecento sopra citato – ha emesso un avviso esplorativo per la ricerca di ulteriori 330 posti: al momento è solo una richiesta di manifestazioni di interesse per avere un elenco di soggetti disponibili in futuro qualora, come è molto probabile che accada visto l’incessante flusso di migranti in arrivo verso l’Europa dai territori africani e mediorientali, sia necessario reperire ulteriori alloggi. Una sorta di serbatoio per anticipare eventuali nuovi arrivi, ci spiega Maria Rosaria Mancini della prefettura di Ravenna.

Il totale delle presenze salirebbe a circa 700 perché dei nuovi posti ricercati un centinaio verrà occupato da persone già conteggiate nei cinquecento oggi presenti ma con convenzioni del 2014 in scadenza con le strutture che fornivano ospitalità. Il servizio di accoglienza, come si legge nel testo dell’avviso, prevede alcuni requisiti fondamentali: gestione amministrativa, assistenza generica, pulizia e igiene ambientale, distribuzione di tre pasti al giorno nel rispetto delle regole alimentari dettate dalle diverse scelte religiose, fornitura di beni di generi di prima necessità, erogazione pocket money da 2,50 euro a testa al giorno e una tessera telefonica da 15 euro all’ingresso in struttura, servizi di integrazione con orientamento e formazione. Per coprire interamente questi servizi il ministero mette a disposizione un massimo di 35 euro giornalieri per ogni profugo da corrispondere al privato che accoglie: offerte al ribasso da parte del privato costituiscono un meccanismo premiante in graduatoria.

La prefettura, su indicazione del ministero dell’Interno, tende a prediligere accordi con i singoli Comuni della provincia che a loro volta si occuperanno poi di selezionare i soggetti privati in maniera più mirata sul territorio. Attualmente questo avviene a Cervia, Russi e Castelbolognese. Qualora le amministrazioni comunali non diano disponibilità ecco la via del bando pubblico (o dell’invito diretto ai soggetti che avranno manifestato interesse).
Lo scorso giugno è stata pubblicata la graduatoria degli undici soggetti che hanno avuto accesso al bando di primavera: la coop sociale Persone in movimento (24 posti a 34 euro ognuno), la coop sociale Lacasa (8 posti a 34,83), associazione Farsi Prossimo (30 a 30), Cefal (22 a 35), Zerocento (8 a 34,50), Due Galli (50 a 35), La Traccia (36 a 34,90), Comunità Papa Giovanni XXIII (15 a 35), opera diocesana Giovanni XXIII (37 a 35), Norrito Antonio (40 a 34,9), coop sociale Aurora (40 a 34,18).

I richiedenti asilo restano nella struttura fino a quando la loro domanda non viene esaminata dalla commissione competente. Se viene accolta la domanda (e questo accade nel 55 percento dei casi in media), il profugo ottiene un permesso di soggiorno e lascia la struttura. Se la domanda viene respinta parte il ricorso alla corte d’appello di Bologna con tempi che arrivano anche a 9-10 mesi. Per i casi in cui la pratica si risolve con esito positivo attualmente, grazie allo snellimento permesso da marzo con l’avvio di una commissione a Forlì competente per la Romagna, passano circa sei mesi tra l’arrivo sul territorio nazionale e l’uscita con uno status di rifugiato.  

Parole e persone.
Profugo: non è un termine giuridico, non indica uno status predefinito ma viene usato per descrivere persone in fuga da una situazione di pericolo.
Richiedente asilo o protezione: è la persona che, fuori dal proprio Paese d’origine, presenta in un altro Stato domanda per il riconoscimento della protezione internazionale o dello status di rifugiato.
Rifugiato: è titolare di protezione internazionale perché non può tornare in patria in quanto si teme a ragione che possa essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche o che comunque rischi di subire un danno grave. Per estensione si intende anche chi gode di protezione sussidiaria o umanitaria.
Clandestino: termine usato per descrivere un immigrato “irregolare” ossia chi è sprovvisto di un regolare permesso di soggiorno o provvisto di un documento di soggiorno scaduto.