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    Categoria: società

Vieri, vita da bomber: «I miei 18 anni? Li ricordo per la prima volta al Pineta»

Esce la biografia del 42enne ex calciatore e non mancano aneddoti legati a Ravenna dove giocò nel 93-94: «In B ti spaccavano le ossa»

I diciott’anni si possono ricordare per tanti motivi. Christian Vieri ci arrivò all’inizio degli anni Novanta e se li ricorda perché per la prima volta entrò nella discoteca Pineta a Milano Marittima, tempio del glamour e della vita notturna sulla riviera romagnola. È uno degli aneddoti che l’ex calciatore ricorda nella sua biografia “Chiamatemi bomber” uscita in questi giorni in libreria.

«A diciott’anni si diventa maggiorenni – si legge sulle pagine de La Gazzetta dello Sport di oggi, 19 novembre, che riporta uno stralcio del libro –. Si può finalmente guidare l’automobile, si può votare e tutta una serie di altre cose. Ma i miei diciotto li ricordo soprattutto perché fu in quel periodo che varcai per la prima volta la soglia del Pineta di Milano Marittima, che negli anni a venire sarebbe diventato per me un appuntamento fisso».

Se si parla di serate in discoteca vien da sè il collegamento con le tante love story attribuite al bomber, visto spesso sui divanetti di Milano Marittima con le sue compagne: «Elisabetta Canalis? Me la passò al telefono Iacchetti. Menava di brutto Eli quando la facevo arrabbiare… Melissa Satta la conobbi quando aveva 18 anni, era bellissima. Le dissi: “Ascolta Melissa, adesso sei troppo giovane, ma mi prenoto per diventare tuo fidanzato appena avrai compiuto vent’anni…”. Mi hanno attribuito molte storie in questi anni. Devo essere sincero, quelle inventate sono state poche, è quasi tutto vero ciò che avete letto sui giornali di gossip. Molte delle ragazze che vedete in tv e al cinema hanno avuto a che fare con il Bomber…».

Il 18esimo compleanno di Vieri risale al 12 luglio 1991. Due anni dopo l’attaccante arrivò anche a giocare nel Ravenna: stagione 1993-94 in serie B conclusa con 12 reti in 32 presenze. In cadetteria aveva già giocato l’anno prima nel Pisa: «Madonna, quante botte ho preso in B – è un altro passaggio del libro –. A quei tempi pure Inzaghi era fra i cadetti, eravamo già amici e mi divertivo a chiamarlo e spaventarlo alla vigilia delle partite per così dire critiche: “Oh Pippo, domani ti spaccano, quel matto che ti deve marcare mi ha detto che gli stai sui coglioni!”. In B ti facevi davvero le ossa. Uomo contro uomo, ogni partita una guerra. Un campionato che mi ha forgiato: campi bastardi, soprattutto al Sud, dove arrivavi, sorridevi e al tuo sincero “Buongiorno” ricevevi un “Buongiorno ‘sto cazzo” tanto per gradire. Esperienze che ti temprano. Sì, ti facevi le ossa, e qualcuno te le spaccava pure».