Profughi, presenze in aumento In provincia da 500 a 570 in tre mesi

Il flusso in entrata dei richiedenti asilo è diminuito ma resta superiore a chi lascia i piani di assistenza. Accolta una domanda su due

Rallenta il flusso di profughi in arrivo in provincia di Ravenna nell’ambito dello smistamento sul territorio nazionale coordinato dal ministero degli Interni secondo quanto previsto dall’operazione Mare Nostrum per i richiedenti asilo sbarcati nel sud Italia. Procede alla media di circa cinque a settimana (meno della metà rispetto all’apice dei mesi scorsi). Ma un numero pur sempre superiore a quello di chi esce dal programma di assistenza con un permesso di soggiorno ottenuto dopo il riconoscimento dello status di rifugiato dall’apposita commissione. E vanno quindi aumentando le presenze in provincia: allo stato attuale sono circa 570, tre mesi fa erano circa 500. La panoramica sull’emergenza profughi nel Ravennate viene dagli uffici della prefettura che gestisce le procedure.

BANDI E CONVENZIONI Per il reperimento dei posti la prefettura procede con bandi pubblici oppure, ed è la soluzione che si tende a prediligere, siglando convenzioni con i singoli Comuni del territorio lasciando che siano poi questi a fare i bandi potendo circoscrivere meglio l’individuazione delle strutture. Ad oggi esistono convenzioni con l’Unione della Bassa Romagna, con l’Unione della Romagna faentina, con Cervia, con Russi. Le prime due sono novità recenti. Russi ha ampliato la disponibilità. All’appello manca il comune capoluogo: frequenti i contatti tra il prefetto Francesco Russo e il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci ma finora non si è mai arrivati a una fumata bianca. Da fine settembre per il coordinamento dei flussi esiste un tavolo permanente in prefettura dove siedono tutti gli enti coinvolti.

I 35 EURO AL GIORNO Per la partecipazione ai bandi il privato deve garantire un servizio di accoglienza che prevede alcuni requisiti fondamentali: gestione amministrativa, assistenza generica, pulizia e igiene ambientale, distribuzione di tre pasti al giorno nel rispetto delle regole alimentari dettate dalle diverse scelte religiose, fornitura di beni di generi di prima necessità, erogazione pocket money da 2,50 euro a testa al giorno e una tessera telefonica da 15 euro all’ingresso in struttura, servizi di integrazione con orientamento e formazione. Per coprire interamente questi servizi il ministero mette a disposizione un massimo di 35 euro giornalieri per ogni profugo da corrispondere al privato che accoglie: offerte al ribasso da parte del privato costituiscono un meccanismo premiante in graduatoria. Attualmente sono circa una ventina le dislocazioni dei profughi: dopo l’ultimo avviso esplorativo fatto dalla prefettura è entrata nella rete anche l’opera di Santa Teresa accogliendo 35 persone nei locali in centro a Ravenna.

UNO SU DUE CE LA FA I richiedenti asilo restano nella struttura fino a quando la loro domanda non viene esaminata dalla commissione competente. Se viene accolta (e questo accade nel 55 percento dei casi in media), il profugo ottiene un permesso di soggiorno e lascia la struttura. Se la domanda viene respinta parte il ricorso alla corte d’appello di Bologna con tempi che arrivano anche a 9-10 mesi. Per i casi in cui la pratica si risolve con esito positivo attualmente, grazie allo snellimento permesso da marzo con l’avvio di una commissione a Forlì competente per la Romagna, passano circa sei mesi tra l’arrivo sul territorio nazionale e l’uscita con uno status di rifugiato.

I PAKISTANI IN VIALE BERLINGUER I profughi in arrivo a Ravenna nei percorsi di Mare Nostrum rappresentano il 10 percento del totale assegnati all’Emilia Romagna e fanno parte di flussi registrati dal ministero. Non è questo il caso dei pakistani che da settimane occupano i portici di viale Berlinguer sul lato opposto della questura. Non sono arrivati via mare, non sono sbarcati in Sicilia: arrivano dal nord dall’Austria o dalla Germania. Possono presentare domanda di asilo e tutti l’hanno fatto. Ma per loro i tempi per ottenere un posto nella rete di aiuto del ministero sono più lunghi. Si tratta di persone che in molti casi hanno già presentato domande in altri Stati europei dove sono stati identificati: la normativa prevede quindi che la commissione sia chiamata a esprimersi su di loro solo con il nulla osta dalla cosiddetta unità Dublino del ministero. Possono passare anche dieci-dodici mesi. E non è detto che il nulla osta arrivi: in tal caso la domanda è respinta a tavolino. Per loro, in attesa, l’unica possibilità di assistenza è fornita dai cosiddetti servizi di bassa soglia.

PROFUGO O RIFUGIATO? GLOSSARIO Profugo: non è un termine giuridico, non indica uno status predefinito ma viene usato per descrivere persone in fuga da una situazione di pericolo. Richiedente asilo o protezione: è la persona che, fuori dal proprio Paese d’origine, presenta in un altro Stato domanda per il riconoscimento della protezione internazionale o dello status di rifugiato. Rifugiato: è titolare di protezione internazionale perché non può tornare in patria in quanto si teme a ragione che possa essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche o che comunque rischi di subire un danno grave. Per estensione si intende anche chi gode di protezione sussidiaria o umanitaria. Clandestino: termine usato per descrivere un immigrato “irregolare” ossia chi è sprovvisto di un regolare permesso di soggiorno o provvisto di un documento di soggiorno scaduto.

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