Nidi: dal Comune la novità dei voucher e oltre mezzo milione di euro ai privati

Ecco le nuove convenzioni per gli asili. L’assessore: «Le imprese siano più flessibili su orari e magari aperture al sabato mattina»

Un nuovo sistema di convenzionamento con tutti i soggetti interessati, in modo da rendere stabile per i prossimi anni nel territorio del comune di Ravenna la presenza di asili privati – a fianco della tradizionale offerta di posti comunali – per i bambini da 3 mesi a 3 anni, i cosiddetti nidi, ormai divenuti servizi fondamentali per molte famiglie.

Un’esperienza, quella dei nidi privati, partita a Ravenna una decina di anni fa e che ha visto con il tempo aumentare le strutture ma anche – complice la crisi – alcune imprese chiudere. È sicuramente complicato, infatti, resistere sul mercato per un nido privato senza alcun contributo del pubblico. E l’Amministrazione infatti, a fronte della permanenza di liste d’attesa (al momento sono 116 per esempio i bambini senza un posto comunale), con il tempo (lo prevede una legge regionale del 2000) ha stipulato convenzioni o protocolli con soggetti privati in grado di ospitare bambini con lo stesso (se non addirittura più elevato) standard qualitativo delle strutture pubbliche, tanto da essere appunto utilizzati per le graduatorie allo stesso modo dei nidi comunali. Una prassi che va avanti da un decennio in maniera disarticolata – tra corrispettivi e contributi variabili, versati a seconda dei casi differentemente dal Comune ai privati – e che ora l’Amministrazione ha deciso di riordinare con un vero e proprio piano triennale le cui linee guida sono state approvate dal consiglio comunale (con l’astensione dei 5 Stelle e di Sirio Stampa di Lista per Ravenna e il voto favorevole di tutti gli altri gruppi, anche di opposizione) giovedì 11 febbraio.

La prima notizia è che, come promesso, non sono previsti tagli, passando anzi l’investimento del Comune per i nidi privati (al netto delle entrate per le rette incassate direttamente fino ad oggi, come non accadrà invece più) dai 540mila euro circa del 2015 (ultimo anno solare in cui è stato utilizzato ininterrottamente il vecchio sistema, che resterà in vigore invece solo fino a questa estate) ai 560mila euro previsti per il 2017. E l’investimento complessivo dell’Amministrazione aumenterà sensibilmente (fino ad arrivare a 680mila euro) con l’emissione per la prima volta di voucher comunali per andare incontro alle esigenze delle famiglie che non usufruiranno del servizio pubblico (per scelta o per esclusione) coprendo in parte la retta per il nido privato (a Ravenna di quasi 600 euro in media al mese). Si tratta di una sorta di pezza che il Comune ha deciso di mettere a fronte della fine dell’esperienza (a giugno 2015) degli analoghi voucher regionali a cui la Regione ha deciso di rinunciare, preferendo utilizzare le risorse europee, fino a quel momento indirizzate all’infanzia, per politiche occupazionali. A dire il vero i voucher regionali non erano neppure molto utilizzati dagli utenti (nell’ultimo anno scolastico in cui sono stati pubblicati, il 2014-205, ne erano stati concessi una trentina sui cento disponibili) anche per alcuni vincoli piuttosto limitanti, come quello che restringeva la partecipazione al bando solo a famiglie con entrambi i genitori occupati. Quelli comunali saranno invece più accessibili, assicura l’assessore all’Istruzione di Ravenna, Ouidad Bakkali, prevedendo per i primi mesi del prossimo anno scolastico (settembre-dicembre) un plafond di 50mila euro che crescerà nel 2017 arrivando a regime attorno ai 120mila euro annui. L’intenzione in questo modo è quella di distrubuire 50-60 voucher (praticamente per un bambino su due, considerato il fatto che quest’anno sono 103 quelli iscritti nei nidi privati, non convenzionati) dall’importo medio di circa 200 euro. Potranno farne richiesta le famiglie con un Isee compreso tra 7.500 e 35mila euro e i rimborsi varieranno di conseguenza tra i 50 e i 300 euro mensili.

L’altro fulcro della convenzione è quella – come detto – di adeguare e uniformare le convenzioni in una logica di semplificazione – si legge nella delibera – e «di parità ed equità di trattamento rispetto ai diversi gestori». A risultare penalizzati, con tagli anche consistenti, sono i privati che avevano ottenuto le prime convenzioni otto, nove o anche dieci anni fa, quando c’erano maggiori risorse, più bambini e anche meno concorrenza. Il Comune mira quindi a redistribuire i posti convenzionati – che resteranno circa 170 in totale – tra le strutture private presenti (a oggi una quindicina, ma potrebbero aumentare di qualche unità), autorizzate secondo le norme di legge e che risponderanno alla chiamata pubblica dei prossimi mesi. Saranno quindi redistribuite anche le risorse, in modo omogeneo, con un corrispettivo che il Comune verserà ai privati di 580 euro al mese (cifra rivista al rialzo e che riconosce per la prima volta al gestore anche i costi della ristorazione) per bambino convenzionato. In questo modo tutti i privati saranno trattati allo stesso modo e l’unica eccezione (con convenzione studiata appositamente) sarà rappresentata dall’esperienza del nido interaziendale l’Hera dei Bimbi che si trova in un immobile di proprietà comunale e per cui il Comune dovrà – anche se solo probabilmente pro forma, visto che pare improbabile che Hera possa abbandonare il progetto – pubblicare un avviso pubblico per affidarne la gestione.

Infine, con questo nuovo piano di convenzioni il Comune si pone anche l’obiettivo di realizzare un sistema – citiamo ancora la delibera – «dove l’offerta di posti privati convenzionati sia chiara e omogenea per le famiglie», che potranno così scegliere nell’ambito del bando annuale di iscrizione (solitamente pubblicato tra marzo e aprile e che quest’anno metterà in rilievo appunto anche la novità dei voucher) fra nidi comunali e una pluralità di servizi privati a cui accedere alle stesse condizioni economiche.

L’assessore Bakkali commenta con orgoglio il nuovo piano e sembra quasi rispondere alle accuse di Alberto Ancarani di Forza Italia che lo considerà, apprezzando, un provvedimento di destra: «Il nostro sistema pubblico-privato ha sempre avuto e continuerà ad avere sempre una forte governance pubblica – dice Bakkali –, con standard qualitativi alti (a tal fine esiste anche un organismo di controllo comunale che effettua almeno due sopralluoghi nei nidi privati durante il ciclo di convenzionamento, per evitare anche – dicono dal Comune – la pratica del baby parking camuffato, ndr) in un territorio dove storicamente le famiglie hanno pretese alte». Il passo successivo che l’assessore dice di voler compiere con questo nuovo piano è vedere il privato «integrarsi nel vero senso della parola al pubblico, costruendo insieme un sistema più flessibile per rispondere alle necessità delle famiglie che sono diverse rispetto al passato. Il privato, per restare sul mercato – conclude Bakkali – deve cercare anche di coprire quello che non riesce a fare il pubblico: penso agli orari (i nidi comunali solitamente restano aperti dalle 7.30 alle 17, ndr), ai sabati mattina, magari ad alcuni festivi… Dovranno cercare di essere, in definitiva, sempre più flessibili».

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