«Gomorra uno spot per il crimine? È il cinema che rende tutto più epico»

Lino Musella è l’attore divenuto celebre per la sua partecipazione alla serie tv di Sky: «Ha influenzato la stessa camorra ma è servita anche a esorcizzare le paure di tutti». Sarà a teatro a Ravenna il 31 gennaio e l’1 febbraio con Il servo

Ercolano«Se hai un po’ di sale in zucca cerchi di non farci troppo caso. Certo, non si sputa nel piatto: fa piacere essere fermati per strada, fare la foto con i bambini, ma è una lusinga molto relativa. Non è come raccogliere i frutti della tua lunga carriera (come lo è stato invece, ci fa capire, la candidatura ai premi Ubu di poche settimane fa come miglior attore del 2017, ndr), tu per loro sei solo un personaggio e i meriti sono soprattutto di altri, di chi quei personaggi e quelle storie li ha creati…». Per “loro”, lui è Rosario Ercolano, detto ’o Nano, miglior amico e braccio destro di Ciro Di Marzio, l’Immortale, il grande protagonista della malavita napoletana secondo Gomorra, serie tv che in Italia, semplicemente, ha scritto la storia della televisione di questi anni.

«E a Napoli è diventato fenomeno di costume», ci dice ancora al telefono ‘o Nano – ucciso da alcuni sicari nella seconda stagione davanti agli occhi di moglie e figli – che in realtà è Lino Musella, autore e attore teatrale con alle spalle un’importante carriera soprattutto a teatro e che in questi giorni sarà all’Alighieri di Ravenna con Il servo. «Sicuramente non è bello vedere per le strade ragazzini piccoli, bambini quasi, che si rifanno a scene di Gomorra. Ma dall’altra parte – continua Musella – qualcosa Gomorra ha pure sdoganato: lo ha guardato la gente perbene e da un certo punto di vista è stato come esorcizzare le loro paure, dare un nome ai criminali, che esistono davvero».

Sono però in queste settimane scesi in campo anche magistrati contro la raffigurazione della camorra fornita dalla serie, che renderebbe più umani, quando non dei piccoli eroi, i boss. «Se ne potrebbe parlare tanto, di questo tema. Preferisco fare un esempio: uno dei più importanti film di denuncia del nostro Paese è stato Il camorrista di Giuseppe Tornatore, sulla figura di Raffaele Cutolo. Era un film di denuncia, ripeto, contro la camorra, ma ricordo bene come da piccoli noi per strada ci divertissimo a citare parti intere di quel film. La soluzione, per evitare certi effetti, sarebbe semplicemente non fare più cinema. Perché il cinema rende epici anche i personaggi tratteggiati nel modo peggiore. Resta poi il fatto che le storie di Gomorra sono di per sè epiche: non sono vite mediocri come le nostre, loro vivono in un altro modo. In definitiva, da quel che ho capito io, lo spiega bene il filosofo Baudrillard nel suo Strategie fatali (Musella è autore anche dello spettacolo teatrale omonimo ispirato al libro, ndr), quando parla del trionfo degli oggetti sui soggetti: se è vero che nella moda il bello diventa più bello del bello e il sesso nella pornografia diventa più sessuale del sesso, Gomorra è un po’ come la camorra della camorra, qualcosa che ha finito con l’influenzare la camorra stessa».

MusellaFinita, almeno per lui, questa parentesi, Musella si è rituffato nel teatro. «Le serie tv mi interessano ancora, specialmente se di qualità come Gomorra, una novità per l’Italia: è un mezzo che devi studiare, per comunicare. Al momento però sto pensando solo al teatro, che continua ad avere una grande peculiarità: quello che succede in platea è un fenomeno unico, un’esperienza che si fa insieme, succede in quel momento e tutti lo sanno. Il Servo? Mi piace perché si rivolge al pubblico degli abbonati in primis, un pubblico di borghesi nel teatro italiano. Una commedia nera borghese, pane per i loro denti, ma che va a incrinare le loro certezze. Ti diverte ma soprattutto ti inquieta, siamo soddisfatti».

Musella sarà protagonista sul palco dell’Alighieri di Ravenna con Il servo mercoledì 31 gennaio e giovedì 1 febbraio (alle 21), nell’ambito della Stagione dei teatri. Si tratta di uno spettacolo di Andrea Renzi e Pierpaolo Sepe che fu già film di Joseph Losey, con la sceneggiatura di Harold Pinter. Il servo è un romanzo breve di Robin Maugham, una “commedia nera” e di scavo psicologico, la cui trama – chiusa all’interno di una casa borghese – si struttura come una ragnatela, lentamente tessuta dal “servo”, interpretato dallo stesso Musella (biglietteria all’Alighieri, info: 0544 249244). L’1 febbraio alle 18 alla sala Corelli (a ingresso gratuito) è in programma l’incontro con la compagnia a cura di Lorenzo Pavolini, traduttore delle versioni teatrali del testo e anche del romanzo di Maugham.

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