Quell’ancora antica ritrovata 12 anni fa e “dimenticata” in Autorità portuale

Il restauro non è stato completato e ora non è possibile esporla, come previsto inizialmente. «La Soprintendenza non risponde»

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L’ancora recuperata dai soci del Gruppo Ravennate Archeologico

Dodici anni dopo, l’ancora antica ritrovata al largo di Punta Marina è ancora imballata, chiusa in una sala buia nella sede dell’Autorità portuale di Ravenna. Si tratta di un’ancora di tipologia spagnola, in uso dal XVI al XVIII secolo, testimonianza importante per gli appassionati del settore ma non solo che, secondo gli esperti, meriterebbe una valorizzazione e l’esposizione al pubblico, come previsto inizialmente.

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L’ancora recuperata dai soci del Gruppo Ravennate Archeologico

L’ancora – in ferro con ceppo in legno, lunga 2,40 metri con bracci di un metro e dal peso stimato di circa 2 quintali – è stata recuperata integra sabato 21 ottobre 2006. A farsi carico quasi interamente del restauro è stata l’Autorità portuale. Un restauro delicato (per un investimento complessivo che ai tempi del ritrovamento era stato stimato in circa 40mila euro) che ha reso necessario separare la parte in legno da quella in ferro per restaurare singolarmente i componenti e poi riassemblare il tutto, operazione quest’ultima non ancora portata a termine. Nel frattempo infatti l’Autorità portuale ha dovuto fronteggiare sicuramente altre priorità e – anche per via di una futura conservazione più impegnativa di quanto inizialmente immaginato – ha accantonato il progetto di esporla nella propria sede.

Tramite anche l’intervento di Alain Rosa, tecnico subacqueo della Soprintendenza che ha supervisionato le operazioni di recupero in mare, è stato quindi coinvolto il Museo della Marineria di Cesenatico, tuttora disponibile ad accogliere l’ancora, pur senza avere le risorse per completare il restauro e valorizzare il reperto. «A decidere il da farsi – ci dice Alain Rosa al telefono – dovrà essere comunque la Soprintendenza di Ravenna, a cui ho segnalato il caso, senza ricevere però risposta».

L’ancora fu recuperata anche grazie ai soci del Gruppo Ravennate Archeologico (che la trasportarono e collocarono in un’idonea buca per la dissalazione presso il centro iperbarico) che ora si dicono preoccupati per il suo stato. «Purtroppo – si legge in una nota inviata alla nostra redazione – crediamo che l’attività di restauro non sia stata eseguita a norma e quindi il reperto presenti seri problemi di consolidamento e al momento non sia esponibile, salvo nuovo intervento di restauro».

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