L’avvocato che disegna la rotta dei calciatori: «Grandi cose del Napoli sul mercato»

Dagli inizi come esperto in diritto della navigazione alla carriera da procuratore, il ravennate Fabrizio Ferrari guarda al Mondiale in Russia con gli occhi sul suo gioiello francese Thauvin

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Fabrizio Ferrari

Procuratore con interessi legati soprattutto al calcio-mercato francese, ma anche agente Fifa apprezzato in ambito internazionale, l’avvocato ravennate Fabrizio Ferrari è sempre più sulla cresta dell’onda. Uno dei suoi assistiti, l’attaccante transalpino Florian Thauvin, parteciperà al Mondiale, mentre nel recente passato numerosi calciatori si sono avvalsi delle sue mediazioni, come di sicuro accadrà anche in futuro. Terminati i campionati, l’estate non sarà infatti caratterizzata solo dalla competizione in partenza in Russia, ma anche dalle trattative di mercato, che in qualche modo renderanno meno amara la mancata partecipazione dell’Italia alla rassegna iridata.
Fin da giovanissimo Ferrari ha messo lo sport al centro del suo mondo: anche se al pallone, più che i calci, preferiva dare degli schiaffi… «Tra Ravenna e Ferrara – racconta – ho praticato tanta pallavolo, arrivando a giocare in Serie A2. Il mio primo allenatore nelle giovanili è stato Marco Bonitta, con cui sono rimasto in ottimi rapporti. Il mio ruolo era schiacciatore, ma poi, con l’evoluzione del volley, ho terminato la carriera da libero, di cui sono stato uno dei pionieri».

Come mai ha iniziato a fare il procuratore?
«Quasi per caso, grazie alla mia professione di avvocato. A metà degli anni Novanta ho dato una mano a un paio di giovani in orbita Ravenna e in seguito ho cominciato a tutelare gli interessi di Mingazzini. Da cosa nasce cosa e grazie a Natale Bianchedi ho iniziato a collaborare con il procuratore Claudio Vigorelli. Vent’anni fa mi sono trasferito a Milano e da lì non sono più andato via».

E l’attività da avvocato?
«In quel periodo lavoravo nello studio di Simone Bassi a Ravenna, specializzandomi in diritto della navigazione. Mi piaceva però di più tentare la carriera di agente e quindi ho fatto questa scommessa su me stesso».

Una scommessa vincente?
«Direi di sì, perché poi qualche anno dopo ho deciso di aprire una mia società».

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Faouzi Ghoulam

Che tipo di lavoro è quello del procuratore?
«Non è facile, perché tutti vorrebbero farlo. Agli inizi mi ha dato una grossa mano il fatto di essere un avvocato. È chiaro che c’è una barriera molto dura da superare per intraprendere questa strada e, se ci riesci, è perché possiedi delle qualità. Poi, più diventi bravo, più hai del lavoro, ma non puoi mai permettere di fermarti. Come tante professioni particolari, però, non tutti possono farla. Per fortuna si torna al passato, con un esame da superare, in quanto i procuratori “improvvisati” hanno commesso più danni che altro».

Qual è il segreto per farsi largo nel difficile mondo del calcio-mercato?
«Specializzarsi in una nicchia. Io l’ho fatto nel campionato francese, dove ai tempi operavano Damiani e pochi altri. Ho imparato la lingua e in un anno faccio tantissimi viaggi al di là delle Alpi. La Francia rappresenta il mio core business».

Qual è stata la sua prima operazione importante?
«Di sicuro quella che nel 2004 portò l’attaccante Kamara dal Modena a Portsmouth. Penso che a oggi sia la vendita più alta fatta dalla società emiliana».

Quali sono stati i suoi grandi “colpi”?
«Anelka, che l’ho portato dalla Cina alla Juventus, Essien, al Milan, ma anche Ghoulam e Reveillere. Poi Mangala, che da giovanissimo l’ho fatto trasferire dallo Standard Liegi al Porto, e anche Thauvin, di cui ho gestito la procura negli ultimi tre anni. In questo periodo è passato dal Newcastle, dove giocava poco, alla finale di Europa League con la maglia del Marsiglia, raggiungendo anche la convocazione in nazionale».

Opera anche in Italia?
«Lavorare sui giovani del nostro Paese è la base, ma è più complicato, in quanto da noi c’è meno “fame” rispetto alla Francia. Adesso sto iniziando a raccogliere i frutti, grazie ad alcuni talenti che hanno le qualità per compiere il salto di qualità. Al momento curo gli interessi di circa 25 calciatori».

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A sinistra Florian Thauvin

Spesso la vediamo ospite nelle trasmissioni televisive di Sky e Sportitalia…
«Bisogna essere un po’ dappertutto. Fa parte del gioco».

Da ravennate, ha mai fatto affari con il Ravenna?
«Sono in grande sintonia con i dirigenti giallorossi, ma negli ultimi tempi non abbiamo fatto operazioni assieme. L’ultima è stata quella di Ivan Tosi, seguita da una serie di trattative che però non sono andate a buon fine. L’anno scorso poteva venire a Ravenna il giovane portiere Romagnoli, che alla fine è rimasto nella Primavera della Roma. Magari in futuro…».

Cosa pensa dell’ultima stagione disputata dal Ravenna?
«I dirigenti sono stati fenomenali, spendendo il giusto e gestendo al meglio le risorse a disposizione. Speriamo che nella prossima stagione ci sia più gente allo stadio: per quello che fa, la società si merita molto più pubblico».

Guardando la sfera di cristallo, questa estate che tipo di calcio-mercato prevede?
«Adesso sarà condizionato dal Mondiale, che bloccherà numerose trattative, ma da luglio sarà davvero scoppiettante. Credo infatti che ci si divertirà molto, anche in Italia. Tutti si aspettano l’Inter, ma alla fine penso che farà grandi cose il Napoli».

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