Le morti bianche registrate erano quattro in meno nel 2017 E va male in regione anche per gli infortuni non mortali
«Il lavoro continua ad uccidere in Emilia Romagna e va peggio dello scorso anno. Gli infortuni mortali registrati in occasione di lavoro sono cresciuti del 4%. E va male in regione anche per gli infortuni non mortali. Passati da 84.696 nel 2017 a 85.823 nel 2018». Così Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega, introduce la più recente indagine che analizza l’emergenza delle morti bianche in Emilia Romagna, sulla base degli ultimi dati INAIL.
Un’elaborazione dettagliata, quella dell’Osservatorio Sicurezza Vega che evidenzia in particolare come dei 115 infortuni del 2018, siano addirittura 84 le vittime registrate in occasione di lavoro. Una media di 7 decessi al mese.
Ed è proprio con questi tragici numeri che l’Emilia Romagna si trova doppiamente sul podio nella graduatoria nazionale delle morti sul lavoro. Seconda regione, insieme al Veneto, per numero di infortuni mortali complessivi (compresi quelli in itinere) solo alla Lombardia che ne conta 163.
Ed è seconda nel Paese anche per numero di vittime rilevate in occasione di lavoro, sempre dopo la Lombardia (113).