Si è spento a 89 anni. Dal 1972 al 1995 ha diretto i teatri comunali. Il ricordo di sindaco e Amministrazione
L’Amministrazione comunale, in una nota, esprime il proprio «profondo cordoglio» e ricorda come si debba «all’impegno, all’entusiasmo e alla lungimiranza di Mario Salvagiani – alla direzione dei teatri comunali ravennati dal 1972 al 1995 – se il teatro Alighieri è riuscito a raggiungere lo status di teatro di tradizione».
«E quando ha lasciato la direzione dei teatri cittadini – continua la nota del Comune di Ravenna –, Mario Salvagiani lo ha fatto per curare la straordinaria impresa del Ravenna Festival, che ha contribuito a ideare e di cui è stato soprintendente, dedicandosi ad essa, per il grande amore che nutriva per la città, con competenza, impegno e passione, partendo naturalmente dal coinvolgimento del maestro Riccardo Muti. L’Amministrazione comunale ricorda quindi con affetto e gratitudine un uomo e un professionista che ha saputo imprimere al teatro e alla cultura ravennate un impulso che ancora oggi pone Ravenna a livelli di eccellenza nazionale e internazionale».
Mario Salvagiani sarà ricordato dal Comune di Ravenna «anche attraverso l’impegno a coltivare sempre e nel migliore dei modi possibili i preziosi frutti che ha saputo seminare», termina la nota.
Il sindaco Michele de Pascale ha ricordato Salvagiani in un post sulla propria pagina Facebook, sotto forma di lettera. «Carissimo Mario – scrive De Pascale –, ti ricorderò sempre con tantissimo affetto e gratitudine, per avermi accolto con grande calore e disponibilità nella “famiglia” di Ravenna Manifestazioni. Ravenna ti deve una profonda riconoscenza perché hai saputo imprimere ai nostri teatri e alla nostra realtà culturale un impulso che ancora oggi fa della nostra città un’eccellenza in ambito nazionale e internazionale. Sei stato un riferimento prezioso e costante sia dal punto di vista umano che professionale, proiettando sempre lo sguardo verso il futuro e verso nuovi alti obiettivi. Mi impegnerò a fondo a fare tesoro dell’eredità straordinaria che ci lasci, coltivandola con dedizione affinché tu possa continuare ad essere orgoglioso della tua Ravenna».