La Oss del centro disabili: «Ospiti ammassati, mai fatti tamponi, abbiamo paura»

Lo sfogo di una operatrice che ha contattato la nostra redazione: la struttura accoglie 15-20 adulti autistici o problematici, per il personale mascherine disponibili solo di recente

Infermieri 2«Andiamo al lavoro tutti giorni con la paura di portare il Covid-19 tra i disabili ospitati nella struttura senza saperlo. Si sta pensando solo alle case di riposo e purtroppo nessuno fa niente per i centri dedicati agli adulti problematici: non abbiamo mai visto un tampone in tutto questo periodo». È lo sfogo di una operatrice socio-sanitaria (Oss) di un centro di Ravenna che ha contattato la nostra redazione perché «sento il bisogno di urlare la mia paura e rabbia, come quella di tanti miei colleghi. Siamo un ramo della sanità e del sociale dimenticati nelle mani del Signore».

L’Oss che ci scrive – la chiameremo Giulia – ci dice che solo di recente il personale ha a disposizione le mascherine. Nelle fasi iniziali dell’emergenza coronavirus queste mancavano ed era stata una di loro a cucirne alcune come soluzione alternativa: «Siamo trenta Oss e dieci educatori e nessuno mai ci ha fatto un tampone. Per di più quando ci sono le malattie arrivano le sostituzioni come succede ovunque e giustamente non sappiamo chi e come è messo. Le cooperative ci dicono che dobbiamo stare tranquilli e utilizzare i Dpi ma abbiamo soltanto mascherine e guanti».

Nel centro sono accolti maggiorenni autistici o con disabilità, alcuni sono sempre stati residenti lì e altri invece lo sono diventati per questioni di sicurezza: «Circa 15-20 pazienti. Non possono andare a casa, non possono vedere i loro genitori e parenti. Con la loro malattia o la loro gravità di salute, trovarsi rinchiusi e non capire il perché non è facile».

Giulia teme per la mancanza del fondamentale distanziamento sociale: «Spesso succede che sono tutti ammassati in un salone di circa 25-30 mq e mi chiedo la cosiddetta distanza di sicurezza lì dentro dove stia. A volte è proprio un affollamento. Mi auguro veramente tanto che questo Covid non ci tocchi, ma ho veramente molto paura. Ci rassicurano di stare tranquilli ma io non posso perché a casa ho figli anch’io. Ma a nessuno dei capi questa cosa interessa tanto».

L’operatrice coonclude con tutto il suo sconforto: «Siamo dimenticati dal Comune e dalla Sanità. Mi fa rabbia sentire che ci si preoccupa soltanto delle case di riposo. I centri residenziali per i disabili, per psichiatrici, per ragazzi problematici che fine fanno?».

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