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Case di riposo: zone rosse interne isolate o trasferimento dei contagiati

La Regione detta la linea per uno dei fronti caldi dell’epidemia: approvato un documento con le azioni da adottare per interrompere la diffusione. Preoccupa il caso della Baccarini di Russi: metà dei 60 ospiti sono positivi e già un morto

La Regione Emilia-Romagna ha definito un documento che fornisce ulteriori indicazioni operative ai gestori di strutture residenziali (sociosanitarie e socioassistenziali) per anziani e persone con disabilità su quando e come agire con la maggior efficacia e tempestività possibili per interrompere al più presto la catena dei contagi da Covid-19. Le case di riposo, assieme agli ambienti domestici, rappresentano uno dei fronti ancora caldi nella lotta al coronavirus.

Come noto, in provincia di Ravenna la situazione più delicata sul fronte delle case di riposo è quella all’interno della Baccarini di Russi. La struttura ospita 61 anziani e ieri, 22 aprile, si è registrato il decesso di una donna di 96 anni che era contagiata. Secondo l’ultimo aggiornamento che risale a pochi giorni fa, gli infetti totali sono poco meno della metà tra gli ospiti e una decina tra gli operatori.

In sintesi, ecco le azioni che dovranno essere ulteriormente potenziate secondo il documento redatto dalla Regione. Diagnosi tempestiva, innanzitutto, con tamponi effettuati all’interno delle strutture nel più breve tempo possibile sui casi sospetti positivi. Sorveglianza costante di tutti gli ospiti per verificare la comparsa di sintomi anche lievi. Creazione di zone rosse per l’isolamento sicuro dei positivi in ambienti completamente separati dagli asintomatici e con assistenza di personale dedicato. Se l’isolamento sicuro all’interno non può essere garantito vanno trovate collocazioni alternative: varie le opzioni individuate, a partire dalle strutture lungodegenziali o riabilitative di ospedalità privata accreditata, per cui è già stata raccolta la disponibilità di Aiop; ma anche aree ospedaliere o ospedali di comunità deputati all’accoglienza di pazienti Covid, e ancora “Cra Covid” dedicate in cui l’assistenza sanitaria sia preferibilmente assicurata sulle 24 ore. Le aziende sanitarie pubbliche sono chiamate a vigilare, anche con specifici sopralluoghi, sull’effettiva attuazione delle misure di prevenzione.

«I gestori hanno esclusiva responsabilità giuridica rispetto agli aspetti organizzativi delle attività – spiega l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini –, ma abbiamo voluto dare loro uno strumento operativo per poter agire, anche con l’importante supporto delle aziende sanitarie».

Il documento è già stato condiviso dall’assessorato alle Politiche per la salute con le direzioni delle Aziende sanitarie e con le parti sociali, a partire dai sindacati, e avrà un passaggio anche in Giunta regionale.