Chi sposta i lettini distanziati può rischiare stangate da 200 euro ma l’applicazione della regola non è semplice
«I trasgressori della fase uno erano individuabili in maniera diretta perché le persone autorizzate a muoversi erano poche. Adesso è tutto diverso, le infrazioni non sono più individuali ma sono di gruppo: facciamo controlli, gestiti in modo diverso, ma è difficile arrivare alle sanzioni per gli assembramenti». Il comandante della polizia locale, Andrea Giacomini, maneggia con cautela la materia “controlli sulle spiagge”.
L’ex carabiniere, passato a dirigere i vigili urbani tre anni fa, spiega la difficoltà della situazione attuale: «Siamo in una fase in cui le norme sono indicazioni di comportamento: mantenimento della distanza, indossare la mascherina, igenizzare spesso le mani. Sono cose che funzionano con la partecipazione dell’individuo: facciamo in modo di rispondere a tutte le segnalazioni di presunti assembramenti con un passaggio della pattuglia, ma è chiaro che non è pensabile di paracadutarci in pochi secondi dove qualcuno vede persone che non stanno a distanza».
Diversamente stanno le cose per i gestori delle attività sull’arenile. A loro la legge chiede di predisporre una serie di accorgimenti ben definiti: «Percorsi segnalati, entrate e uscite separate, ombrelloni distanziati, mascherine. Una volta che l’imprenditore rispetta queste disposizioni, il comportamento del cliente non è responsabilità sua. Insomma, per capirci: se gli ombrelloni sono piantati a giusta distanza e il bagnino consegna i lettini a due metri, poi non può impedire che le persone li avvicinino».
Quindi se finora le multe dei vigili per assembramenti sono pressoché zero (previste da 200 euro), non è però nulla l’attività svolta: raccolta informazioni su situazioni più o meno pericolose, trasmissione dei dati al centro di coordinamento della prefettura perché siano le autorità a valutare provvedimenti ulteriori. Che al momento non sembrano in arrivo, visti i numeri: «I contagi continuano a essere sotto controllo nel nostro territorio, questo è confortante».
Ma che può fare il cittadino virtuoso, munito di mascherina e distanziato, se è circondato da un gruppo che non ne vuole sapere di stare a distanza? «Per prima cosa consiglio di rivolgersi al gestore del locale che magari conosce la situazione concreta. Se poi questo crea davvero disagio alla clientela e il gestore ci chiama, in quel caso mi pare inevitabile la sanzione».