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«Il Cral Mattei e la bocciofila ancora chiusi. E noi “poveri vecchi”?»

 

Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di un pensionato ravennate, che ha prestato servizio per tanti anni nel petrolchimico, che denuncia la chiusura del circolo Cral Mattei all’ex Villaggio Anic.

Una visita del sindaco ai pensionati della bocciofila del Cral Mattei nel 2018

«Tra i miei tanti difetti c’è la passione per le bocce e faccio parte del gruppo di anziani e pensionati che frequentano il circolo. Con i noti fatti legati alla pandemia anche questo circolo è stato chiuso per lungo tempo, privandoci della possibilità di socializzare e trascorrere qualche ora di relax, questo come per quasi tutti gli italiani. Con le ultime riaperture di Circoli sportivi e simili pensavamo di poter tornare finalmente a una sorta di normalità, dopo anni prestati alla società svolgendo il nostro dovere. Ma siamo venuti a conoscenza del fatto che questo nostro Circolo non riaprirà. Anzi, le due bariste, vere e proprie amiche per noi, hanno scritto una lettera di dimissioni a causa del “menefreghismo” del presidente del Cral e del Consiglio Direttivo che non si sarebbe preso neanche la briga di rispondere a messaggi e telefonate delle due incaricate della gestione del Bar della Bocciofila. Cosa pensare? Se non che la “cultura dello scarto”, verso noi poveri “vecchi” è entrata anche nella Gestione di un Cral aziendale del mondo di Eni, mondo creato da un certo Enrico Mattei che della solidarietà e della sussidiarietà ne ha fatto una bandiera! Per noi ex dipendenti, oltre che una buona dose di rabbia, questo fatto ci mette una infinita tristezza: i nostri figli, o addirittura nipoti, si sono dimenticati la lezione che si è levata da queste terre di braccianti e cooperativisti, da sempre impegnata a tutelare la memoria e il rispetto degli anziani. Strano e preoccupante anche il silenzio dei sindacati su una storia che racchiude molto più di una semplice “chiusura per Covid”. Una chiusura per una carenza di sensibilità e impegno da parte di chi si è volontariamente offerto di guidare un Cral aziendale: ma perché voler far parte di una struttura per vocazione “altruista” se poi si interpreta il proprio dovere solo come un peso e non come uno splendido servizio, anche verso di noi che tanto abbiamo dato a questa terra e a questa città?».