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Da 45 giorni attende il trasloco della linea ma Fastweb non sa sbloccare la pratica

La compagnia di telecomunicazioni non sa dare i tempi dell’operazione a una cliente che intanto si aggrappa al telefonino con Iliad per lo smart working. In occasione di un precedente trasferimento ci vollero sei mesi e poi l’azienda ammise di non riuscire a completare l’operazione

«La sua pratica si è bloccata un mese fa e non sappiamo dirle quanto ci vorrà per sbloccarla». È la risposta di Fastweb a una cliente che ha cambiato casa e attende un semplice trasloco della linea internet da un mese e mezzo. Nel frattempo la salvezza è Iliad: «Uso la connessione del telefonino per lo smart working», ci racconta la protagonista della vicenda, una 38enne originaria di Solarolo. E pensare che lo spot tv della compagnia dice “Siamo pronti per la vera rivoluzione”.

Il disagio attuale nasce con la richiesta fatta poco prima di Natale. In previsione di un trasferimento da Parma a Milano, in programma nelle prime settimane del 2021, la 38enne contatta Fastweb e chiede il trasloco: le devono spostare la fornitura del servizio dall’indirizzo emiliano a quello lombardo, non serve altro perché il modem rimarrà lo stesso. «Quando ho fatto la richiesta mi hanno garantito il completamento entro 40 giorni, che era un tempo sufficiente per le mie esigenze». A dire il vero le avevano garantito la stessa tempistica anche quando aveva fatto il viaggio inverso, Milano-Parma, nel 2019. Invece non bastarono sei mesi: «Ma a quel tempo si lavorava negli uffici e la connessione a casa non era così necessaria. Mi parlarono di blocco dei sistemi e ammisero di non essere in grado di completare la procedura così feci una nuova attivazione». Il danno? Quantificato in 25 euro di rimborso.

All’inizio del 2021 la solarolese trapiantata in Emilia fa le valigie e raggiunge Milano contando sul traffico dati della sim sul cellulare come soluzione temporanea, nella convinzione che Fastweb avrebbe fatto non “la rivoluzione” ma almeno un trasloco. Invece: «I giorni passavano e non c’erano novità. Ho iniziato a cercare di mettermi in contatto con qualcuno che mi desse le tempistiche del lavoro». E qui inizia una storia nella storia.

L’unico modo per avere un contatto è stato assaltare la bacheca della pagina Facebook dell’azienda di telecomunicazioni, terzo operatore in Italia per linea fissa dopo Tim e Vodafone. «Al numero di telefono c’è il risponditore automatico ma non mi ha mai fatto parlare con un operatore e non ho avuto spiegazioni. Sulle chat di Messenger c’è il bot Marvin che dopo un po’ ha smesso di rispondermi». La donna non molla: «A quel punto mi sono messa a postare lo stesso commento di lamentela sotto a tutti i loro post fino a quando ho ricevuto una telefonata. Mi è dispiaciuto fare così perché lavoro anche io nella comunicazione e so bene quanto è fastidioso per i gestori dei social, ma non avevo alternative».

Questo è successo pochi giorni fa. Dall’altro capo del telefono il call center che ammette: c’è un blocco dall’1 gennaio ma non sanno quanto impiegheranno a sbloccarlo. E in un mese non si erano nemmeno preoccupati di informare la cliente. «Ho cercato in ogni modo di avere spiegazioni più precise ma non ho ottenuto nulla. A quanto pare l’unica soluzione sarà disdire il contratto di Parma e attivarne uno nuovo a Milano come se fossi un nuovo cliente. Ma ci saranno dei costi aggiuntivi. A questo punto però non posso più aspettare: non posso affidarmi solo a una sim, per il lavoro ho necessità di una connessione più stabile e senza limiti di traffico». Lo spot tv è con Filippo Tortu, primatista italiano nei 100 piani: può fare una corsa lui tra Parma e Milano?