I dati dell’esperto Pierluigi Randi. «E le sette estati più calde della serie storica sono tutte del ventunesimo secolo»
Lo certifica sui social Pierluigi Randi, meteorologo professionista e socio del Meteo Center di Faenza, a chiusura dell’estate meteorologica 2021.
Un’estate che ha fatto registrare in Romagna «un’anomalia di temperatura media stagionale di +1,4°C (rispetto alla media del periodo 1981-2010) che la pone al sesto posto tra le più calde dal 1950. Lassù rimane sempre quella del 2003 che ebbe un’anomalia di +2,8°C».
«Le prime sette estati più calde della serie storica – sottolinea Randi – appartengono tutte al periodo post 2000, di cui 6 post 2010, e qui servono pochi commenti. Particolarmente caldo il mese di giugno (2,3°C gradi di anomalia positiva)».
Un’estate come detto molto secca, con un deficit di precipitazione del 63% (in questo caso rispetto al 1971-2000), ovvero la seconda meno piovosa dal 1950, preceduta solo dal 2012 (-72%), ma solo grazie a un leggero recupero a fine agosto, peraltro solo in alcune aree.
Tuttavia, da inizio anno – conferma il meteorologo – il 2021 è decisamente il più secco dal 1950, mancando all’appello più del 50% delle normali precipitazioni, dopo un 2020 anch’egli avaro di pioggia».
Dal 2000 a oggi, praticamente, «ci siamo “divorati” il 25% delle precipitazioni medie estive», conclude Randi.