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    Categoria: società

La “storia di un ragazzo” (e le colpe della stampa) tra i disegni di Costantini

Il nuovo, riuscito, libro del graphic journalist ravennate che ha contribuito a tenere alta l’attenzione sul caso Zaki

“Sì, stanotte sarò a casa …”: inizia così la graphic novel nata dalla collaborazione dell’illustratore ravennate Gianluca Costantini e della giornalista Laura Cappon che narra la storia di Patrick Zaki, lo studente egiziano di cittadinanza italiana da poco scarcerato in Egitto ma ancora in attesa della sentenza definitiva dopo un processo farsa e una lunga detenzione per reati di opinione.

Appena pubblicato da Feltrinelli e presentato a Ravenna alla Sala Oriani dagli autori, Patrick Zaki. Una storia egiziana è l’ennesimo e riuscito progetto che racconta di un ragazzo come altri che sogna e lotta per ideali condivisibili – libertà, democrazia, diritti civili – ma che per questo ha pagato con la tortura e due anni di carcere. L’accusa primaria, rigettata dalla difesa come falsa – quella di aver pubblicato alcuni post su Facebook – era talmente fragile agli occhi dell’opinione pubblica internazionale da dover essere sostituita nel corso del processo: oggi Zaki è accusato di aver scritto un articolo sulla minoranza cristiana in Egitto, un elemento che chiarisce quanto la repressione della stampa e delle opinioni sia essenziale a tutte le dittature.

Costantini con Zaki dopo la scarcerazione

Il libro di Costantini e Cappon parte proprio due anni fa a Bologna dove Patrick frequenta un master sulla parità di genere: dopo aver deciso di fare una breve visita alla famiglia in Egitto, appena sbarcato all’aeroporto del Cairo viene fermato per un controllo. In realtà, il 7 febbraio 2020 parte il suo arresto, il silenzio col mondo, gli interrogatori, le torture. Fra i primi ad essere avvertiti della scomparsa di Zaki sono proprio Gianluca Costantini e Laura Cappon attraverso una rete di attivisti anonimi che vivono in Egitto: il primo – considerato uno dei migliori graphic journalists italiani – da anni ha intrecciato la sua esperienza di illustratore con una battaglia internazionale per i diritti civili – mentre Laura, laureata in scienze orientali e giornalista per numerose testate e Tv nazionali, è un’attivista ed esperta di questioni egiziane. Grazie a Twitter e alla rete, lo stesso giorno dell’arresto arriva un messaggio anonimo dall’Egitto che allerta: un ragazzo “italiano” è scomparso all’aeroporto. Ma dopo la morte di Giulio Regeni purtroppo tutti sanno quanto valore oscuro abbia la parola scomparsa.

In Egitto, al momento attuale sono 60mila gli attivisti politici detenuti in carcere, un numero che equivale a molto più di un quarto degli abitanti di Ravenna. Finire in carcere per aver espresso un’opinione pubblicamente suona strano per chi è abituato alla democrazia ma questo libro chiarisce quanto sia facile in altri paesi.

La narrazione parte da lontano per chiarire il contesto: dall’infanzia di Patrick in una famiglia copta e dalla sua giovinezza come studente della facoltà di Farmacia al Cairo attraverso l’Arab Spring che fra il 2010 e il 2011 vede la partecipazione di milioni di persone fra cui tantissimi studenti ad un movimento che chiede democrazia e trasparenza. La forza della Primavera araba è tale da far cadere numerosi governi fra cui quello del presidente egiziano Mubarak a cui seguono le prime libere elezioni del 2012. Il libro allarga a questi avvenimenti attraverso la storia personale di Patrick intrecciata a quella di altri attivisti in base alla storia e a testimonianze dirette come quella di Luisa Cappon che in questi anni vive in Egitto. Zaki in questo periodo è volontario in ospedale dove arrivano i feriti e i morti delle manifestazioni che proseguono contro il nuovo governo di Morsi, incapace di gestire la transizione. Il colpo di stato di al-Sisi non porta nulla di buono, anzi, peggiora in modo esponenziale la situazione dei diritti civili.

Nonostante il contesto, Zaki decide di lavorare per una Ong egiziana che si batte proprio per i diritti civili e due anni dopo, nel 2019, decide di proseguire gli studi a Bologna per un master sulla parità di genere. Purtroppo, per il regime dittatoriale egiziano già l’essere studenti all’estero è un motivo sufficiente di sospetto e condanna.

Ricostruire a disegno l’ambientazione di Bologna e della comunità universitaria a poca distanza da casa è facile; più difficile è realizzare i contesti e le persone reali in Egitto: oltre al materiale messo a disposizione da Cappon, Costantini ha condotto un’indagine capillare attraverso la rete, i profili dei social, il materiale fotografico pubblico e privato inviato dall’Egitto con l’unica preoccupazione di testimoniare la realtà o il verosimile, evitando qualsiasi orientalismo o stereotipo. L’operazione è innegabilmente riuscita: si esce dall’immersione nel libro con la percezione di una storia drammatica di un ragazzo in cui tutti possono identificarsi e con la conoscenza approfondita della storia recente di un paese appena al di là del Mediterraneo. Se ne esce anche con la consapevolezza del silenzio colposo della stampa e delle Tv italiane sugli avvenimenti internazionali – che isolano il paese in una dimensione locale, imbarazzante a fronte dell’effetto domino che lega indissolubilmente tutto il mondo (si veda l’Ucraina di oggi) – e dell’importanza e dell’unicità del graphic journalism.

In attesa quindi della sentenza definitiva che si spera a breve, a difesa di Zaki intervengono vari fattori: dall’attenzione causata dalla morte nel 2016 dello studente Giulio Regeni – di cui si sono occupati sia Laura che Gianluca – alla campagna internazionale realizzata da Costantini sull’immagine di Patrick che ha campeggiato in piazza Maggiore a Bologna e ha dilagato fisicamente in tutta Italia attraverso cartelloni e sagome portatili fino a diventare virale sulla rete. Tutta la comunità civile italiana sa chi sono Regeni e Zaki e questa attenzione mediatica continua – supportata anche da questo libro – ha sortito grandi effetti come il riconoscimento della cittadinanza italiana a Patrick da parte del Parlamento italiano e la sua scarcerazione. La sentenza definitiva – che sarà però senza possibilità di appello – dovrà tener conto dell’ennesimo gioco a domino in cui il moto è stato avviato anche e soprattutto dagli autori di questo libro; insieme a loro e alla migliore società italiana contiamo che le parole di Patrick “Sì, stanotte sarò a casa” diventino una realtà definitiva.