La fauna aliena è fra noi: dal caso daini agli altri animali “invasivi”

I rilievi dei Carabinieri per la Biodiversità del territorio ravennate: ibis e geco ormai radicati, avvistamenti di sciacalli e procioni

Procione

Procione

Sciacalli, procioni, gechi, ibis: sono alcune delle specie animali che stanno comparendo – alcune in maniera già consistente mentre per altri si segnalano per ora solo sporadici avvistamenti – tra le varietà della fauna selvatica nel territorio ravennate di cui non erano originarie. Quello che è successo qualche decennio fa con il daino.
Le potremmo definire specie aliene. Una sintetica ricognizione è possibile grazie alle infor- mazioni raccolte dall’Ufficio Territoriale Cara- binieri per la Biodiversità di Punta Marina.

Il lupo è una presenza ormai acclarata nelle pinete a ridosso della costa. La discesa al mare dalle zone appenniniche è molto probabilmente il risultato di due condizioni contemporanee: la tutela di legge per una specie a rischio estinzione e l’incremento di prede disponibili. I giovani lupi, una volta adulti, vengono allontanati dai genitori e si spostano fino a trovare una zona accogliente con disponibilità di cibo. Si muovono lungo i corsi d’acqua in orari notturni riuscendo a percorrere lunghe tratte: possono scendere dalle colline al mare anche in una sola notte. Ginevra è il nome della lupa avvistata nelle pinete ravennati grazie alle fototrappole: già dotata di radiocollare, è un esemplare che proviene dalle Marche e in uno degli avvistamenti era in compagnia di tre cuccioli.

Sciacallo

Sciacallo

Della famiglia dei canidi è anche lo sciacallo, un piccolo predatore di cui si sono avuti avvistamenti nelle pinete. In questo caso la provenienza più probabile è un espansione naturale della popolazione radicata nei balcani.
L’istrice occupava solo il versante tirrenico della penisola fino a qualche decennio fa. Dall’inizio degli anni duemila è comparso anche nella zona ravennate. Sul crinale appenninico è arrivato il procione ed è verosimile che possa scendere ad altitudini più basse.
L’animale selvatico più presente e impattante nelle zone collinari è senza dubbio il cinghiale, una specie che al pari di altre è stata introdotta in natura principalmente a favore dell’attività venatoria senza poi riuscire a mantenere un controllo sulla sua espansione.
Espansione rapidissima quella che vede protagonista lo scoiattolo comune: inesistente nelle pinete costiere, ora è una presenza ricorrente. Nei parchi cittadini invece è più frequente lo scoiattolo grigio americano.
Ben noto il caso nutria: animale sudamericano introdotto in Europa in allevamenti per la pelliccia e poi fuggito fino a radicarsi e diventare un flagello per i fiumi

La comparsa di specie aliene non riguarda solo i mammiferi. Tra i volatili la nuova presenza, ormai stabile da qualche anno, è l’ibis sacro. L’uccello bianco e nero è probabilmente fuggito da allevamenti francesi, si è stabilito nelle risaie vercellesi e ora è avvistabile anche alle latitudini ravennati.
Anche tra i rettili stanno cambiando le presenze. In acqua si vedono le testuggini dalle orecchie rosse di origine nord americana: erano vendute come animali da compagnia e spesso sono state liberate da padroni stanchi di accudirle.
Sui muri delle case si vedono sempre più spesso i gechi: hanno abitudini crepuscolari e si cibano di insetti, la loro proliferazione non dovrebbe quindi avere ripercussioni.
E infine anche in ambiente acquatico si sta assistendo a un cambio della fauna. Soprattutto nelle acque dolci del territorio sono ormai scomparsi i pesci che caratterizzavano la peculiare biodiversità di questo ambiente, sostituiti da pesci esotici come siluri e pescegatti. Ma anche il gambero della Louisiana e il granchio blu americano.

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