Si tratta di chi diede protezione agli ebrei in fuga durante la seconda guerra mondiale
In mostra vengono raccontati alcuni dei tanti episodi di salvataggio, operati dentro e fuori dal territorio regionale da persone per lo più comuni, spesso di umili condizioni, che aiutarono numerose famiglie ebree a nascondersi e mettersi in salvo e perciò riconosciuti dallo Yad Vashem, il centro studi di Gerusalemme dedicato alla Shoah, “Giusti tra le nazioni”.
Fra questi, si racconta anche dei bagnacavallesi Tambini e Dalla Valle, che aiutarono nella fuga la famiglia ebrea Weiss Galandauer.
La mostra, curata da Vincenza Maugeri e Caterina Quareni per il Museo Ebraico di Bologna, è allestita a Bagnacavallo con il supporto della Biblioteca comunale Taroni in occasione del Giorno della memoria, che ricorre il 27 gennaio.
La mostra è visitabile fino al 20 gennaio prima e dopo le proiezioni della rassegna “Cinema Palazzo Vecchio” e nei seguenti orari di apertura straordinari: 8 gennaio ore 10-12, 13 gennaio ore 16-18, 15 gennaio ore 10-12.
Un po’ di storia. La famiglia Tambini, residente a Bagnacavallo, salvò la vita alla famiglia ebrea Weiss Galandauer, fuggita da Fiume il 13 settembre 1943 all’arrivo dei tedeschi. I Weiss Galandauer erano nove: Laura Weiss, la figlia Sara Jakobovitz coi suoi due figli (Oscar di 13 anni ed Edda di 11), la seconda figlia Elena con il marito Giacomo Galandauer e i loro tre figli (Eugenio, Cecilia e Antonia). La famiglia ebrea si fermò a Bagnacavallo durante la sua fuga verso l’Italia centrale e prese in affitto dai Tambini due stanze e una piccola cucina al secondo piano della loro casa. La famiglia Tambini era composta da Aurelio, Amelia e i loro figli, Vincenzo e Rosita.
I Weiss Galandauer, avvisati che stavano per essere arrestati, furono aiutati dalla famiglia Tambini a fuggire e furono accolti da Antonio Dalla Valle, cantoniere di Bagnacavallo, che li ospitò per un mese intero in casa sua e scavò un rifugio sull’argine del fiume Senio collegato con un tunnel alla casa dove i fuggitivi, in caso di bisogno, si sarebbero potuti nascondere.
I nove membri della famiglia Weiss Galandauer riuscirono poi a fuggire dall’Italia e a passare la frontiera italo-svizzera.