Il sistema introdotto nel 2020 è stato mantenuto e aggiustato nel tempo e ora la Regione e l’Ausl lo considerano un riferimento di come vorrebbero rivedere l’assistenza sul territorio per alleggerire il peso sui pronto soccorso
Il primo intervento di Cervia è gestito dalle Cure Primarie, è attivo 24 ore su 24 per la presa in carico territoriale delle patologie meno gravi, in alternativa all’accesso in pronto soccorso a Ravenna.
Donini ha fornito un po’ di dati regionali. Nel 2022 gli accessi da parte dei cittadini nelle strutture di urgenze-emergenze della Regione hanno eguagliato e superato quelli del 2019: su 1,7 milioni di accessi in Ps, l’80 percento riguarda le strutture più grandi, i cosiddetti Dea di primo e secondo livello, mentre il 95 percento è codici bianchi e verdi. «E ancora, 70 cittadini su 100 vanno in pronto soccorso non perché sono a rischio vita ma perché hanno un bisogno urgente di salute. Allora è necessario intervenire sulle modalità di accesso, separando l’urgenza dall’emergenza e dall’altro sull’organizzazione delle strutture di assistenza. La soluzione al problema qui a Cervia è già stata trovata, ringrazio tutti gli operatori che vi lavorano e che stanno dando prova di efficacia ed efficienza».
La riorganizzazione del punto di primo intervento territoriale nasce dalla necessità di contrastare la carenza di personale medico dell’emergenza individuando soluzioni organizzative territoriali.
Il primo intervento a gestione dell’unità operativa Cure Primarie è attivo dal settembre 2020, passando da un modello a gestione ospedaliera ad un modello di tipo territoriale attraverso l’impegno dei medici di continuità assistenziale e/o i medici di base (in integrazione con il 118 per la definizione dei protocolli di emergenza e delle interfacce per l’accesso ai Dea di secondo livello) garantendo la presa in carico delle urgenze a bassa complessità con un’apertura articolata nelle 24 ore.
Medici ospedalieri sono stati affiancati dai colleghi di continuità assistenziale e da essi stessi sono stati progressivamente sostituiti, dopo un percorso di formazione e affiancamento da parte del personale esperto. Attualmente la formazione avviene attraverso un percorso sul campo in affiancamento con i colleghi esperti.
Il modello di valutazione dell’utente ha visto il passaggio da un modello di triage globale, che prevede l’elaborazione di un codice di priorità alla visita, ad un modello di tipo prestazionale con il criterio di accesso alla visita principalmente di tipo temporale, sovrapponibile in parte alle prestazioni di tipo ambulatoriali di supporto ai Medici di Medicina Generale.