«Il Parco Marittimo è una ciclabile di cemento in pineta, inutile per i ravennati»

La lettera di una lettrice che si interroga sulla reale ricaduta dell’intervento nei lidi e prova ad avanzare alcune proposte

Casal Borsetti

Un rendering del Parco a Casal Borsetti

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di una lettrice a proposito del Parco Marittimo in costruzione sui lidi ravennati con la trasformazione dello stradello retrodunale in spazio riservato a pedoni e bici. Il progetto riguarda l’intera costa del comune di Ravenna (nove lidi) e ha un costo di oltre 15 milioni di euro. 

Di seguito il testo della lettera:

Buongiorno,

Sono a porre l’attenzione sulla gestione che è stata fatta delle soste sul lungomare e delle zone retrodunali poste nelle località balneari di Ravenna, nello specifico a Punta Marina e Marina di Ravenna.

[…]

Ravenna è una cittadina provinciale, laddove essere provinciale non deve essere letto come un difetto a cui porre rimedio, scimmiottando altre realtà romagnole come Milano Marittima, Rimini o Riccione che da sempre legano la loro immagine a immense spiagge e vita notturna che attirano soprattutto giovani.

No, Ravenna ha una sua peculiarità ben specifica che la contraddistingue da tutte le altre cittadine romagnole, a Ravenna si viene per visitare la Tomba di Dante, per i mosaici, per le sue iniziative culturali, per i musei, non certo per le sue spiagge, tantomeno per questo Parco Marittimo che altro non è che una pista ciclabile di cemento che taglia la nostra pineta.

Le sue spiagge interessano i ravennati o limitrofi, interessano perché le iniziative dei vari stabilimenti seguono, anzi seguivano, le abitudini e le tradizioni locali, come mangiare all’aperto, ballare, giocare a carte.

Covid e varie decisioni della nostra amministrazione, lentamente ma inesorabilmente, hanno fatto in modo che queste tradizioni si perdessero senza più ristabilirsi. Ultimo colpo di grazia, nel 2023, la decisione di questo Parco Marittimo: una pista ciclabile nel bel mezzo della pineta, laddove  in viale Colombo già ne esisteva una.

Ce li immaginiamo i turisti che dopo San Vitale, il Museo Nazionale e la Tomba di Dante, affittano bici e non vedono l’ora di venirla a visitare.

Torniamo ai ravennati: non sono tutti giovani, non tutti possono arrivare al mare in bici, non tutti hanno l’età per la moto, non tutti possono prendere il navetto. Si perché prendere il navetto a 70 anni, implica il fatto di dover raggiungere a piedi la fermata, questo col borsone a tracolla,( l’acqua al mare costa 2,40 euro) aspettare sotto al sole, salire, scendere, fare sempre col borsone un altro tratto a piedi e rifare tutto questo con la stanchezza del ritorno.

O l’amministrazione ha pensato che i ravennati fossero tutti giovani e aitanti? (No, quelli vanno a Milano Marittima), sappia che ci sono anche gli anziani… e votanti.

Ok, ci sarebbe altra alternativa: quella di parcheggiare nelle righe blu di viale Colombo. Certo, parlavamo di anziani e pensionati che sono stati anche qui penalizzati, perché per una giornata al mare, altre a lettino e ombrellone per i quali si spendono circa 20 euro, adesso c’è da pagare il ticket di ca  6/10 euro giornalieri.

Si evince che, per una giornata al mare, moltiplicata per una settimana e per un mese, diventa un problema per cui, fatti bene i conti in tasca, si sta a casa più spesso evitando così navetti, ticket, tratti a piedi sotto il sole sfiorati ma moto e auto su viale Colombo.

Tutto questo si va naturalmente a ripercuotere sugli incassi dei gestori degli stabilimenti balneari che vivevano di clienti fissi e molto meno degli occasionali domenicali/festivi.

Non si sa con chi si sia fatta bella figura (?) con questo Parco Marittimo, non certo coi ravennati fedeli ai propri lidi e alle proprie tradizioni.

A tutto questo, volendolo, si può porre rimedio, come per esempio abbassare il ticket giornaliero a un costo e un orario più consoni, adeguandoli quantomeno a quelli stabiliti in città, non certo fino alle 22.

In secondo luogo, ma non per questo ultimo, sarebbe quantomeno serio e rispettoso nei confronti dei ravennati, ripristinare le soste retrodunali fra pineta e stabilimento, così come è sempre stato, magari dando ai gestori un certo numero di pass per i loro clienti.

In quello spazio, pista ciclabile e soste auto possono benissimo convivere, nessuno invaderebbe lo spazio dell’altro, poiché due bici affiancate passavano anche lo scorso anno, solo che adesso per loro è stato tagliato del verde e possono proseguire indisturbati il loro percorso, per i ravennati anziani invece nulla è stato fatto per agevolarli, ma solo per penalizzali.

Le sole critiche sarebbero pura polemica, ma fare proposte come sopra, significa proporsi in maniera costruttiva, basta volerlo. Qui la domanda: sindaco e amministrazione, lo vogliono?

Lorenza Faraldo

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