«Venire in Italia non è un diritto di cui abusare, per integrarsi serve la lingua»

Johnson è nato a Torino e ora è a Ravenna dopo dieci anni in Nigeria: «La cosa più difficile è trovare una casa»

Lebron

«È stato difficile integrarmi quando non sapevo l’italiano, penso che la chiave per sentirsi accettati sia saper comunicare così da essere in grado di difendersi». Johnson Odiase ha 25 anni, è nato in Italia da genitori nigeriani e Ravenna è stata una tappa importante della sua vita.

Cominciamo dal principio, com’è stata la sua infanzia?

«Sono nato a Torino dove si erano conosciuti i miei genitori. Poi per motivi di lavoro di mio padre, quando ero ancora piccolo, ci siamo trasferiti a Ravenna. Dopo la loro separazione non è stato facile: gli assistenti sociali volevano portare via me e i miei fratelli da nostra madre e per questo quando avevo 8 anni siamo tornati in Nigeria. Lì la vita era molto difficile, ho avuto anche problemi legati all’alimentazione, così nel 2017 quando avevo 18 anni ho deciso di ritornare in Italia da mio padre dopo dieci anni passati in Nigeria».

Cos’è successo una volta arrivato in Italia?

«Il ritorno è stato un incubo: mio padre tre giorni dopo il mio arrivo è andato a Londra con la sua nuova famiglia e mi ha lasciato da solo in una casa popolare con il domicilio che stava per scadere. Per un po’ di tempo ho vissuto per strada, poi grazie alla Casa delle Culture e alla cooperativa Terra Mia ho incontrato una persona che mi ha salvato la vita. Mi ha offerto un lavoro come mediatore culturale: mi occupavo soprattutto di progetti con i bambini nelle scuole e ho anche avuto l’opportunità di studiare l’italiano».

È stato difficile ottenere il permesso di soggiorno?

«Mio padre è cittadino italiano e grazie a questo quando sono arrivato in Italia avevo ottenuto un permesso per motivi familiari che aveva una validità di tre mesi. In seguito con l’aiuto della cooperativa e grazie al lavoro sono riuscito a ottenere un permesso di soggiorno per lavoro subordinato che ad oggi devo rinnovare ogni anno».

Si è mai sentito vittima di razzismo?

«Ne ho sofferto soprattutto in un periodo, quando nel posto di lavoro c’erano persone che mi prendevano in giro perché non sapevo parlare italiano e facevano video che poi mandavano ai loro amici. Quando facevo fatica a parlare la lingua il razzismo era più evidente, però devo anche dire che tanti italiani mi hanno aiutato. Adesso che riesco a comunicare va molto meglio. Il problema più grande che ho avuto in Italia, a causa della mia nazionalità, è stato trovare una casa in cui vivere. A Ravenna non ho mai avuto la residenza e a breve mi trasferirò in un paesino vicino a Lecco, dove grazie ad amici ho trovato una casa».

Cosa prova quando vede i profughi che arrivano con le navi?

«Penso che i profughi vedano come un diritto l’opportunità di venire qua e non come un privilegio e secondo me questo è sbagliato. Devono capire che bisogna essere responsabili e che non devono abusare di questo diritto. Per potersi integrare è fondamentale che capiscano l’importanza della comunicazione e della conoscenza della lingua e delle usanze del Paese in cui si trovano».

Adesso sta seguendo la tua passione per la musica…

«È una passione nata dalla sofferenza che provavo quando vivevo in Nigeria. Da due mesi ho lasciato il lavoro di mediatore culturale e ho deciso di fare musica a tempo pieno. Sono l’unico africano della band Lebron Johnson, nata grazie al direttore del coro della chiesa evangelica di Ravenna che frequentavo. Nella band canto e scrivo i testi. Facciamo musica folk e soul in inglese e qui a Ravenna abbiamo già fatto due concerti a Spiagge Soul, dove torneremo sicuramente il prossimo anno».

Progetti per il futuro?

«A ottobre uscirà il primo album della band e nei prossimi mesi abbiamo date in programma a Milano, Brescia e in Svizzera. Con un amico produttore mi sto anche occupando di un progetto grazie al quale utilizzo il rap in inglese per trasmettere messaggi più profondi che non riesco a comunicare cantando».

NATURASI BILLB SEMI SOIA 14 – 20 06 24
RFM 2024 PUNTI DIFFUSIONE AZIENDE BILLB 14 05 – 08 07 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24