La prof che insegna sessualità a scuola: «Per combattere l’analfabetismo emotivo»

Tania Mariani è la tutor del progetto Teen Star, attivo all’Olivetti-Callegari: «La maggior parte dei ragazzi pensa di conoscere già tutto. Ma la pornografia fa leggere le “istruzioni” in modo confuso»

Teen Star

Tania Mariani, a destra, con Cinzia Bagnoli, referente regionale e formatrice di Teen Star

Oggi più che mai si avverte l’urgenza di intervenire sull’educazione sessuale ed emotiva dei giovani, con la speranza e la convinzione che un’azione alla radice possa contribuire a far germogliare in futuro una società in cui il rispetto e l’amore per se stessi e per l’altro possano essere alla base del vivere comune. Questo è quello che si propone di fare Teen Star – programma internazionale dedicato alla sessualità e all’affettività degli adolescenti (info su www.teenstar.it), attualmente attivo anche a Ravenna, all’istituto professionale Olivetti-Callegari (dallo scorso anno scolastico diretto da Antonia Sallustio), grazie alla proposta della docente di religione Francesca Bartoli.

Il corso, che ha preso il via il 30 ottobre, prevede 15 incontri di un’ora a settimana per ciascuna delle tre classi coinvolte, dalla terza alla quinta, su base volontaria, con la necessaria autorizzazione delle famiglie.

Con l’utilizzo del metodo induttivo, volto a stimolare domande più che risposte, gli adolescenti sono accompagnati in un percorso di conoscenza di sé e dell’altro che coinvolge i diversi aspetti della persona, non limitandosi quindi al dato fisico. «Oggi gli adolescenti si trovano in una situazione di analfabetismo emotivo che compromette la loro vita affettiva», spiega Tania Mariani, 52 anni, docente di scienze motorie e tutor del progetto. «Non si tratta semplicemente di illustrare quali sono i tipi di contraccettivi e le malattie sessualmente trasmissibili, ma di conoscere il dato biologico, emotivo e relazionale che costituisce la radice di ciascuno nel contesto socio-culturale in cui è immerso».

Il logo del Teen Star rappresenta una stella, cinque “punte” che sintetizzano le aeree della personalità. Nello svolgimento del programma, ogni aspetto viene affrontato in maniera graduale, secondo le esigenze della fase evolutiva in cui si trovano i ragazzi che partecipano. È un percorso che coinvolge sia gli studenti che le loro famiglie: «Sono previsti tre incontri con i genitori, all’inizio, a metà e alla fine del percorso. Sono loro i primi educatori ed è bene che siano al corrente dei percorsi in cui sono coinvolti i loro ragazzi al di là delle materie curricolari. Oggi il dialogo intergenerazionale è complesso e difficile, nel programma quando parliamo dei diversi tipi di relazione chiediamo ai ragazzi di intervistare i genitori o i nonni perché raccontino la loro “storia” e le motivazioni che hanno guidato le loro scelte. Questa attività riscuote sempre un notevole successo».

Nella fase iniziale del percorso si affronta l’aspetto biologico. Dopo il primo incontro, la classe viene divisa in due gruppi (femmine e maschi) e per i successivi tre appuntamenti si studiano gli apparati riproduttivi di entrambi i sessi e quali sono i fattori che possono influire sul benessere del corpo e sul suo corretto funzionamento. «Quando, al quinto incontro, ritornano insieme per parlare del cervello, dell’azione degli ormoni, dell’importanza dei neuroni – rileva Mariani – i ragazzi cominciano già a guardarsi in modo diverso, ognuno è più consapevole delle differenze e della complessità dell’altro. Cominciano a guardarsi e stimarsi perché si rendono conto che la diversità, innanzitutto biologica, determina comportamenti e scelte, altrimenti incomprensibili, e può essere un arricchimento reciproco».

E i ragazzi e le ragazze non-binary o transgender? «Sono ragazzi come gli altri, il dato biologico, il corpo in evoluzione, è parte del loro interesse come per i compagni, li accompagniamo nella scoperta del funzionamento degli apparati e del cervello. Il tema dell’identità di genere, infatti, viene presentato come il risultato dell’intersezione di tre fattori: il dato biologico, il vissuto personale e quello socio-ambientale. Tutti e tre questi aspetti sono da tenere in considerazione per la costruzione dell’identità, che comunque non è determinata solo dall’orientamento sessuale, ma anche da molto altro».

L’attività di tutoraggio nel programma ha permesso a Tania Mariani di rilevare una discrepanza tra ciò che i giovani credono di sapere e ciò che invece ignorano: «La maggior parte dei ragazzi si sente molto libera a parlare di sesso perché pensa di sapere già tutto. Quando poi consegniamo loro la scheda dell’anatomia e della fisiologia, si rendono conto invece di quante cose ignorano, delle lacune che hanno, si stupiscono della bellezza e dell’armonia di un corpo perfettamente sincronizzato, nei minimi dettagli, iniziano a rendersi conto che, cercare di scoprire come “funzioniamo”, attraverso la pornografia è come leggere, solo in modo parziale e confuso, le istruzioni per l’uso di un corpo che è fatto per la relazione e desidera amare ed essere amato». D’altra parte, nota Mariani, «la disponibilità di informazioni e strumenti non implica necessariamente la loro conoscenza o il loro corretto utilizzo». Da qui, tante domande sulla contraccezione, tema molto sentito e dibattuto, soprattutto tra le ragazze. Per imparare a conoscersi, il programma prevede anche altro: «La fisicità è solo un aspetto della persona». Gli studenti sono invitati a compilare quotidianamente una tabella delle emozioni che consente di monitorare il loro mondo interiore e i condizionamenti, sia interni che esterni, a cui sono sottoposti.

«Con la velocità dei Tik Tok – osserva Mariani – il cervello dei ragazzi di oggi non è più in grado di fermarsi a riflettere. Farli ragionare sulle spinte che provengono dalla loro interiorità e, aiutarli a prendere consapevolezza di ciascuna di esse, li aiuta ad affrontare situazioni complesse e difficili, soprattutto li fa sentire compresi». Così può accadere che, durante un gioco di ruolo, un ragazzo si soffermi a guardare attentamente il volto di una compagna e scorga in lei qualcosa che non aveva mai notato prima: «Si guardano negli occhi e si rendono conto della bellezza, della complessità e della meraviglia che ciascuno di loro è».

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