Il ravennate Gianluca Santopietro ha ideato decine di giochi di società, il più noto è “Lettere da Whitechapel” inventato con il collega Gabriele Mari: qualche centinaio di migliaia di copie vendute in un decennio e un’offerta di 600mila euro rifiutata per la cessione dei diritti. A fine 2024 l’uscita di “Paradiso”, gioco di carte che chiude la trilogia dantesca
E così, dopo tante battaglie pianificate per le miniature delle scatole, ora ce n’è una che il 61enne Santopietro vuol giocare per davvero: «Arrivato alla mia età vorrei davvero dedicarmi alla diffusione del valore che hanno i giochi come strumento di conoscenza e diffusione del sapere. Perché quando un gioco ha dietro una ricerca storica che si basa su fatti reali e nel regolamento ci sono anche pagine di divulgazione, mi pare evidente ci sia un’utilità informativa».
Di recente, però, Santopietro ha provato l’ebrezza del contrario: «Per la prima volta in carriera un editore ci ha chiesto di fare un gioco per dare seguito a un nostro storico titolo che continua ad avere successo». Un po’ come quando le produzioni di serie tv commissionano una stagione aggiuntiva perché i fan fremono. È appena uscito “Penny Dreadfuls” che completa la trilogia composta da “Lettere da Whitechapel” e “Whitehall”. Sullo sfondo di tutti c’è l’Inghilterra vittoriana. L’ultimo dei tre va quasi a ripescare l’idea dei libri game di un tempo: «Il giocatore si confronta con la storia scritta da qualcun altro e deve prendere decisioni per arrivare all’esito».
Creare un gioco significa anche aver bisogno di calcoli ingegneristici. «Tutti i giochi hanno bisogno di una base di calcolo per definire i possibili scenari. Oggi ci sono dei software che aiutano a fare simulazioni per capire come sono gli esiti». Ad esempio per “Lettere da Whitechapel” fu l’editore a chiedere che la percentuale di vittoria fosse 60-40 a favore del gruppo di inseguitori di Jack lo Squartatore: «Ci disse che era più importante fare alzare dal tavolo cinque persone soddisfatte invece che una sola».
Quest’ultimo titolo, firmato da Santopietro in collaborazione con la fedele spalla Gabriele Mari, è senza dubbio la più nota al grande pubblico tra le creazioni sotto il brand Cobblepot Games della Tiopi. Lo dicono i numeri: alcune centinaia di miglia di copie in varie lingue vendute nel mondo in un decennio. «Poco tempo fa un editore ci ha offerto 600mila euro per cedere tutti i diritti. Ma abbiamo scelto di rifiutare per continuare ad avere possibilità di portare avanti il filone».
Il prossimo settembre arriverà a chiusura un’altra trilogia targata Cobblepot: con “Paradiso” si completerà il trittico dedicato alla Divina Commedia di Dante che cominciò nel 2021 in occasione del settimo centenario della morte del poeta.